Con questo post iniziamo nel migliore dei modi la nuova stagione ( che conduce al decimo anno di vita di questo blog), nel migliore dei modi per me lettore e spettatore e blogger. Questo è Paolo Cognetti, che a Verbania, grazie alla libreria Spalavera ha presentato il suo libro Le otto montagne , nell’ ambito del tour successivo al premio Strega ( che ha sponsorizzato l’evento con un piccolo rinfresco. Avevo saputo già da maggio dell’evento, e anche se sfortunatamente non sono riuscita ad andare ae all’alpe Spalavera per le altre presentazioni, mi ero segnata in agenda questo come evento imperdibile: un romanzo mainstream ambientato in montagna, in una montagna che fra l’altro conoscevo bene, da parte di un autore che per me era sconosciuto ma che stava ricevendo ottime critiche. Poi ha vinto il premio Strega, l’autore da mainstream è diventato popolare, io ho letto il libro in estate perché gentilmente mi è stato prestato, contravvenendo alla mia abitudine di non leggere il libro del momento, cosa non difficile condiderando la situazione dell’editoria italiana, e mi è piaciuto. Al di là delle indubbie qualità di scrittura, molte cose del libro mi sono risonate… Il rapporto con il padre, l’idea della montagna come pellegrinaggio e rifugio (leggendolo la prima cosa che mi era venuta alla mente era il pellegrinaggio buddista al Kailash e durante la conferenza Cognetti lo ha confermato, rendendomi molto orgogliosa di me stessa). Lo stesso percorso di avvicinamento /allontanamento dall’esperienza della montagna ha in qualche modo una valena universale: dai venti ai trent’anni si supera il rapporto con i propri genitori e con questo distacco a volte si abbandonano anche ( o si ripensano ) esperienze legate all’infanzia. Con la maturità inqualche modo si torna a se stessi. Al core. Cognetti nella sua simpatica conversazione ricorda di quando vivere a Milano aveva prosciugato la sua ispirazione, e solo il ritorno in montagna ha rivitalizzato la sua scrittura. La polarità montagna città ha generato una maggiore ispirazione, e ora anche un ritorno all’impegno politico ( politica non è una brutta parola) nella salvaguardia della valle delle Cime Bianche.
Una serata riuscitissima grazie alla libreria Spalavera, un caldo allucinante nella sala che ha costretto alcuni alla fuga e ha premiato i resistenti, con Cognetti che ha firmato copie del libro sino a tardi nonostante gli impegni pressanti.
Grazie per il resoconto. Proprio oggi ho ordinato questo libro per il compleanno di mia Mamma, con l’idea che potrò sbirciarlo anch’io. A proposito di letteratura e iniziazione giovanile alla montagna, mi permetto di rinviare a degli appunti di lettura autobiografici (cfr. “le mie sensazioni in mezzo agli amici escursionisti dei miei zii, che” …): http://mate.unipv.it/gnoli/tatra
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Grazie, leggerò volentieri
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