Il titolo del post precedente era una citazione. No, non tiriamocela troppo. In realtà è un refuso, ma poi mi è venuto in mente Psmith e l’ho tenuto. Psmith ( la p ovviamente è muta) è il protagonista di tre tra i meno noti romanzi dell’assai prolifico Woodehouse: Mike, Psmith in banca e Psmith giornalista. Ho ereditato i primi due dal mio prozio farmacista. Il terzo l’ho scovato su una bancarella. Psmith è un flemmatico dandy che travolge senza fare un plissé le vite degli altri con l’unico scopo di lavorare il meno possibile, e giocare a cricket. Molto inglese. Peraltro , dopo averli letti ho capito finalmente come funzionava il cricket: avevo un professore a Cambridge che giocava, il malcapitato lo aveva detto in classe e ci aveva trovato ai bordi di Parker’s Pieces a fare tifo calcistico per la sua squadra ( lui lanciava). Così il lunedì anziché spiegarci letteratura – ci stava preparando a quel famoso CAE che bene o male dovrò rifare- ci aveva fatto lo schemone alla lavagna : bowler ( lui), batsman, fielders, wicketkeeper, runs, over e così via. I romanzi di Woodhouse parlano appunto di cricket, e a parte qualche attentato al buon senso in traduzione (sono degli anni Trenta e nessuno ha mai ovviamente pensato di ritradurli) sono deliziosi. Si definiscono per essere assolutamente non – italiani. Anche i miei amici Mishkalè sono assolutamente non italiani (il nesso logico è debolissimo): fanno musica klezmer, sono professori d’orchestra, il batterista è il nostro amico Luciano, uno degli spacciatori di musica del mio martirio, e per andarli a sentire dal vivo dopo i due dischi che Luciano mi ha regalato mi sono sobbarcata una trasferta a Cereseto (quella dopo era a Borgo San Dalmazzo che era nettamente più scomodo). La temperatura esterna alla fine del concerto era ben sottozero però il panorama dalla piazza della chiesa decisamente incomparabile (vedi il Monviso in fondo a sinistra). Il concerto è stato magnifico, Francesco ha fatto finta di essere geloso (guarda che ci sarà sua moglie – non c’era) e Luciano contento che fossi andata a sentirli. Lo so doveva stare nella marmotta, ma va bene così
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