Terza lamentela dell’anno (oppure seconda, a piacere)

Ho troppo da fare , e quindi sono sempre in ritardo, dappertutto, anche qui.

E quindi posso darvi in ritardo, ossia adesso che tutto è finito, la notizia , e potevo come si dice morire domani, che ieri e oggi a Chiavari c’era una fiera intitolata in mio nome. D’accordo, non proprio in mio nome, in nome del mio santo patrono Sant’Antonio – no il mio non è il più noto cui è stata dedicata una grande basilica in una altrettanto nota città universitaria , ma questo, mistico la cui vita di contemplazione ha ispirato sant’Agostino, e sì è anche il protettore degli animali e viene di solito raffigurato con un maialino ed è anche il patrono dell’ospedale di Mandrognistan Ville. Ah, e la tradizione locale lo vuole come riferimento alle persone che vogliono sposarsi (Sant’Antoni fem mariè ca son stüfa ad tribulè). Ora non so bene quale delle cose interessasse a mia nonna paterna, che era quella che leggeva tarocchi e fondi di caffè e litigava col parroco per quello, non era particolarmente amante degli animali ( in famiglia il gattaro era mio padre) e in effetti si era sposata a quarant’anni ed era la maggiore di tre sorelle. Comunque, zero mainstream anche qui.

Vado a Chiavari da boh quarant’anni e alla fiera di Sant’Antonio non ero mai capitata. Da quel che ho capito cade il fine settimana successivo alla ricorrenza, quindi quest’anno il 18 e 19, e il prossimo anno probabilmente il 17 /18. E si snoda da piazza Mazzini sino all’Entella, dove si svolge, il venerdì, il consueto mercato settimanale. Devo dire che dominava la porchetta toscana in tutte le sue accezioni, e i due articoli più venduti erano dei grossi cuscini i per cani/gatti e le trapunte variopinte che vendevano due banchi più in là. Conclusione, ci sono più animali che esseri umani e questo è un inverno freddo freddo.

Oggi invece c’era la piccola Sant’Orso di Donnas, con minaccia di pioggia. Ma forse quest’anno riesco ad andare alla Sant’Orso principale, perché se sopravvivo a queste due settimane ( per chi lavora nella cultura il periodo 1 gennaio – 10 febbraio è molto lungo) mi prendo un giorno di ferie. Il 31, va da sè. Va beh, non vendiamo la pelle dell’Orso.

L’idea era di fare un giro in Appennino e siamo finiti nella val d’Aveto a caccia di chiese romaniche, io, Amica Giovane e la sua macchina nuova. Siamo state a SanSalvatore dei Fieschi, che non vedevo da decenni, a Sant’Andrea Apostolo a Borzone, e poi a comprare olio ligure in un frantoio a Leivi. Siamo finite per caso al frantoio di Mauro Solari http://frantoiosolari.it ed è stata una bella esperienza ( prezzi non da supermercato, ovviamente, e chiedete l’olio ligure dop). Occhio al cane del padrone che gira in mezzo alle macchine con grande sprezzo del pericolo (suo).

Avatar di Sconosciuto

About alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
Questa voce è stata pubblicata in #postpocoserio, Appennino, Chiavari, Liguria, Uncategorized e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.