Potendo, avendo soldi, avendo le ginocchia…. La materia prima ce l’ho. Ossia la barca. Non nel senso che mi comprerei una barca, nel senso che comunque con il TFR che ancora non ho (in questo paese te lo danno subito se muori, e se lo godono i tuoi eredi. Io con quello di mio marito ho comprato un garage.), con il mio TFR dicevo non mi posso comperare una barca, non un camper, forse mi rifaccio l’altro bagno. Però ho conosciuto uno skipper e si può navigare, trombe marine permettendo, sino ad autunno inoltrato.
Lo rifarei, ossia mi è piaciuto? Sì, ma. Tenete conto che il problema più importante io lo avevo risolto in partenza. Ho navigato con persone che conoscevo e apprezzavo. Se no, la barca è uno spazio ristretto, e se non vai d’accordo con i naviganti, può scapparci il morto . Pure se sei sullo yacht da seicento metri di Zuckerberg, quello che da solo inquina come la pianura Padana; figuriamoci se sei su un 15 metri a vela.
In barca si sta stretti e avendo dovuto la prima sera dividere la cuccetta con una persona alta come me, la nottata è stata un incubo per me e per lei. In più il giorno dopo la mia compagna ha scoperto di soffrire di mal di mare. Io no. E nonostante le caviglie, in barca sono stata benissimo. Però la prossima volta cercherò una barca provvista di passerella, perché saltare dal ponte al molo e dal molo al ponte, veramente ecco no. Per un breve, brevissimo momento sono stata tentata di salutare la felice compagnia ( due persone almeno so che in quello stesso breve attimo avrebbero voluto sotterrarsi) . Ma ho resistito alla tentazione. Poi skipper n.2 il giorno dopo mi ha insegnato come fare su e giù senza ammazzarmi al punto che l’ ultimo giorno quasi non avevo bisogno di aiuto. Quasi.
Altro caveat. Se non c’è vento ti tagli le vene. Certo le barche hanno il motore e infatti abbiamo bordeggiato sino alla meta in sei ore. A fare lo stesso percorso con il vento ci abbiamo messo un’ora e mezza ed è stato entusiasmante. Mare grosso, onde alte, non muovetevi dal pozzetto, una meraviglia. Nemmeno la prospettiva del bagno ai balzi rossi ha reso la giornata meno noiosa. Qualcuno si è buttato , io e la ragazza che con il fidanzato completava i passeggeri ci siamo guardate e all’ unisono abbiamo detto ma chi ce lo fa fare…c’erano un po’ troppe moto d’acqua in giro. Tra l’altro ho avuto davanti il VERO AMORE un intero week end. Che lei preferisse essere ovunque piuttosto che in barca era palese, probabilmente pure a fare la maglia in cortile ( glielo si leggeva in faccia la prima mattina quando si è trascinata fuori dal suo loculo…cuccetta – il suo fidanzato, oltre che attraente e simpatico era altissimo, quindi anche la sua nottata non doveva essere stata delle più felici. Inoltre lui era intenzionato a prendere la patente nautica). Non si è mai lamentata, è stata gentile con tutti , disponibile, una favola. Massima stima.
Comunque appena arrivati a Mentone, ho salutato tutti e mi sono buttata nel primo mare disponibile. Poi con le mie amiche sono andata a bere. Alla salute di quelli che navigavano con la bonaccia senza motori. Immobili in mezzo all’oceano pregando Dio o chi per esso che mandasse un po’ di vento. Noi almeno vedevamo la costa. Ho imparato tra l’altro che il Mar Ligure è un mare infido, specie per i venti che vengono dalle montagne. Una situazione abbastanza unica al mondo.
E quindi sì, dato che non ho ucciso nessuno, non ho fatto brutte figure, non ho sbattuto contro il boma, né contro altre parti in legno o metallo, e, mi è stato detto, ho sopportato benissimo la situazione (appunto, non ho ucciso nessuno), lo rifarei.




