Impossibile mancarlo, Il Filatoio rosso di Caraglio, che in realtà era un setificio, è un edificio imponente che si trova ai margini del paese in direzione Dronero.
Ed è un innamoramento tutto mio, perché Lulu non è riuscita, non ha voluto/potuto venire causa cane, ma lei è stata benissimo a leggere in terrazza e io sono stata immersa in un orgasmo storico e senza bisogno di Barbero (che ho pure rischiato di investire con la macchina in via Cavour , ora che ci penso – sì perché onora con la sua presenza pure Mandrognistan Ville, o meglio l’UPO)
Si può visitare solo con le visite guidate, nei week end e nei giorni festivi, informazioni qui : https://www.filatoiocaraglio.it/ .Le visite sono a cura della cooperativa Emozionalp, a cui ho promesso di dare un (piccolo) contributo alla conoscenza del luogo, che è un vero tesoro architettonico della seconda metà del Seicento, quando per iniziativa di un commerciante di seta la zona si è specializzata nella produzione di filo di seta, diventando un polo tessile durato sino agli anni Sessanta del secolo scorso (la storia è molto divertente, il fondatore Giovanni Girolamo Galleani , rubò un telaio ai concorrenti bolognesi, lo fece smontare pezzo per pezzo, e poi qualcuno lo rubò a lui).
Nel museo ci sono tutte le macchine, ricostruite sulla base delle fonti e dei disegni, alcuni anche di Leonardo, e funzionanti : il cugino piacione viene da una famiglia di proprietari di Filande, e qui gli ho mandato le foto in diretta, praticamente. Quindi ero felice come un gatto: diciamo, gli storici sono felici con poco, dateci una fonte un rudere un libro e siamo soddisfatti.

Andateci, è molto bello, e i bambini si divertiranno a vedere le macchine, specialmente il torcitoio, in azione. E non lo conosce nessuno, maledizione, alla mia visita alle 10,30 eravamo in tre, due simpatici signori di Nizza, e la vostra umile amanuense.
