Trieste a spasso

Come avete visto, ho passato qualche giorno a fotografare gatti e non solo, a camminare tanto. Come prodromo alle camminate successive vi propongo, come ultimo passaggio a nord-est (poi andiamo decisamente più a sud) un dolce flaner per le strade di Trieste, a cui si può aggiungere, dato che ormai il caldo è arrivato, anche una indicazione su dove buttarsi in mare. Qui è presto detto: a Barcola (dove si può andare in autobus perché quando sono passata io, i parcheggi erano già belli pieni, figuratevi in estate ) o ai bagni “storici”, Lanterna e Ausonia, che sono i preferiti dai veri triestini (c’è tutto un capitolo nella guida che vi ho citato, e ho il forte sospetto che, fatte le debite proporzioni, sia come tra il Cristo e la Pista qui a Mandrognistan Ville)

Piazza Unità

E’ pure una passeggiata pianeggiante, quindi a prova di ginocchia o quasi. Si parte in un punto qualsiasi del lungomare, magari davanti al Salone degli Incanti, la borsa del pesce che ora è uno spazio espositivo (ed è anche un gradevole edificio liberty – o comunque di quello stile orientaleggiante molto diffuso alla fine dell’Ottocento).

Nelle vicinanze c’è piazza Venezia, da cui si può partire per una passeggiana per il borgo teresiano e giuseppino, quando la città diventa il porto franco dell’impero, affacciato a oriente e sul mediterraneo, fondamentale per uno stato che era tendenzialmente e storicamente continentale. In mezzo alla piazza c’è una statua dello sfortunato Massimiliano d’Asburgo (ci vuole veramente una bella sfiga per farsi costruire un castello a Trieste – la statua lo indica – e poi finire fucilato dai ribelli messicani). Sulla stessa piazza, dallo stile pare veramente di essere in Austria, si affaccia il Museo Revoltella (la casa museo Revoltella, che apparteneva al ricchissimo imprenditore tra i finaziatori del Canale di Suez).

Proseguendo per via Torino si entra nel borgo giuseppino e si arriva in breve a una piccola piazza, ora piazza Hortis, centrale nei libri di Svevo perché c’è la Biblioteca in cui trascorreva varie ore dopo l’ufficio. E infatti proprio davanti al cancello del giardino c’è una statua di Svevo (volendo si può andare in cerca di Saba e Joyce). Dietro al giardino c’è il Liceo nautico di Trieste, una delle istituzioni fatte costruire proprio per il porto franco. Proseguendo per via di Cavana si arriva alla piazza omonima, che è l’inizio della città vecchia. Ci sono botteghe di antiquariato, una farmacia storica, le bancarelle dell’ortofrutta con tanti cetrioli e un’atmosfera vivace e affaccendata (e quasi zero turisti).

Quelli si trovano andando sempre diritto e attraversando al semaforo per non farsi arrotare, in piazza Unità d’Italia, che è una delle più belle piazze italiane per me (sorry, Roma Firenze e Siena, va beh diciamo che Piazza del Campo è più bella, perché è stato il mio viaggio di nozze, a piazza San Pietro ho rischiato un paio di volte l’insolazione in attesa del Papa, Trinità dei Monti non è mai stata nelle mie corde e a Firenze c’è troppa gente – ho visto vuota persino piazza San Pietro, Firenze mai)

Dietro alla foto che vedete c’è il molo Audace, dove facilmente si gioca con la bora, quando c’è. Sempre dritto e si è nella piazza della Borsa, dove con una breve deviazione ci si ritrova nel vecchio ghetto, dove era concentrata una buona parte della numerosa comunità ebraica di Trieste. Il ghetto non esiste più, sanificato, come una parte della città vecchia e più bizzarra, dal piccone risatore, ma le sue tracce sono ancra visisbili tra via delle Beccherie e via dei Rettori, specie se entrate dal passaggio della Portizza. Tornati in piazza della Borsa e andando sempre dritto (la città è di origine romana e andando dritto o facendo strani angoli retti si arriva dove si vuole) si arriva alla piazza di Ponte Rosso, al Canale e alla basilica serbo Ortodossa, che è visitabile, e finisce per sovrastare la dirimpettaia chiesa di Sant’Agostino.

la sottoscritta con il suo "rigido" fidanzato

Arrivati qui, o facendo un paio di angoli retti arrivate alla Sinagoga, che merita una visita, o potete andare a riposarvi ai giardini pubblici. Oppure, andando sempre dritti, arrivare in piazza Oberdan e guardare la Narodni Dom, dal cui incendio è partito tutto.

Ah se poi tornate sul lungo mare, ricordate che a Trieste c’è il museo della Bora.

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camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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