Come è andata

Se avete visto le storie di Instagram, sapete come è andata, più o meno, e cioè benissimo: non è nemmeno piovuto.

Siamo partiti sotto la pioggia, ma a Gavi fortunatamente aveva smesso, rovinando tuttavia la mattinata ai visitatori. In compenso, parcheggi a volontà e persino l’ultimo tavolo libero da Peccati di gola, in realtà il ristorante più vicino che abbiamo trovato. Eravamo nel dehor, ma siamo stati bene lo stesso, nonostante la temperatura non felicissima ( ci ha detto la cameriera che la mattina c’erano 12 gradi). Avevamo la visita prenotata al forte alle 14,30, così abbiamo cercato di capire se davvero c’era la navetta , perché comunque la strada al forte era chiusa e transennata. Finalmente alla gelateria sulla piazza ci hanno dato le indicazioni giuste, e abbiamo ripreso la macchina, l’abbiamo mollata al cimitero nell’ultimo posto libero, e il giovane ha controllato la nostra prenotazione, e alleluja la navetta c’era davvero e con fatica sua ci ha portato su.

Non tutto il forte è visitabile perché una parte, la più recente della struttura non è ancora pienamente in sicurezza, ma i due primi settori di difesa sì, con la polveriera , le garitte, i quartieri della truppa, il tutto condito da una vista spettacolare sulla Val Lemme. Se avete le ginocchia sifule non fa per voi.

Pro tips: il forte è aperto unicamente su prenotazione ( per questo le aperture pubbliche sono così importanti) e con visite guidate. Di solito sono una ogni ora. Il biglietto costa 5 euro e qui trovate il calendario scaricabile delle aperture

Dopo un giro in paese siamo ripartiti per Voltaggio ( io adoro Voltaggio, l’ho già detto? Vi raccomando di vedere la processione dei Cristi danzanti a luglio)

A Voltaggio avevamo la visita prenotata alla Pinacoteca del convento dei Cappuccini, che è una raccolta di arte sacra, per lo più ligure del Seicento, proveniente da varie chiese del Genovesato. Probabilmente non sono più del nostro gusto, ma sono opere che adornavano chiese e conventi soprattutto nel periodo degli esercizi spirituali. Ma ci sono alcune cosette carine, come il San Bernardo con il diavoletto al guinzaglio come un cagnolino. Tanta influenza fiamminga.

Ma la vera sorpresa è palazzo Scorza, a fianco della chiesa parrocchiale, che è proprietà privata, e sovente era aperto, come a palazzo Galliera lo l’ingresso. Questa volta ci hanno condotto in una dimora signorile del seicento, anche se le decorazioni a grottesche sono dell’Ottocento ( c’ è pure un satiro in draisina) e del primo Novecento ( la sala da pranzo con gli olandesini). C’erano piatti meravigliosi e mi prudevano le mani per vedere cosa fossero ( per vedere se avevo ragione, ma non credo che il proprietario sarebbe stato contento- e nemmeno la guida lo sapeva) E in più: avevano la spa! Nel 700, perché utilizzavano la sorgente solforosa che si trova ancora a Voltaggio, ci sono anche i giardini.

E poi, comprate gli amaretti ( io preferisco quelli di Voltaggio a quelli di Gavi, ma bisogna andare nella panetteria Carrosio , che però la domenica è chiusa, oppure nella gelateria Vultabia, sulla piazzetta vicino alla parrocchiale – provate il gusto kibana, che non vi dico che è

Comunque le confraternite portano in processione i pesanti crocefissi d’argento, bellissimi , una faticaccia e ci va tutto il mondo.

Ah, tra una storia e l’altra , sette km e tante calorie bruciate

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Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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