Per finire in gloria la ricognizione delle tre città del triangolo industriale ( lo so avevo altre mire, ma causa lavoro e altre questioni non ci sono riuscita, a uscire dal nord- ovest), ecco Torino e la sua forestina di pini davanti al Palazzo reale.

Ora, forse uno spettacolo no, ma certamente le luminarie d’artista, sì, in tutto il centro storico e in via Roma. E purtroppo anche molti senza tetto che non trovano posto nelle strutture, o non vogliono. Non sono particolarmente amante del “decoro”, ma l’indifferenza fa male, e l’impotenza molto di più.



Dalle foto di un sabato qualunque si vede molta gente e molte luci, noi ( io e Lulù) abbiamo fatto le turiste e il lèche vitrine e non abbiamo comperato nulla perché ormai gli armadi traboccano e dovremmo anzi darci al riciclo creativo, a Marie Kondo, insomma a tutte quelle cose che vanno per la maggiore – mentre scrivo ho gli operai in casa che mi stanno cambiando gli infissi e ho appena blastato il caposquadra nonché titolare della ditta che mi detto che “qui ci sono troppe cose” e io gli ho parlato dei mobili antichi e di pregio. Se arrivo a Natale e non è detto che non muoia assiderata nel frattempo, avrò settimane di pulizia e di riordino, e nel frattempo, pensate ai gatti che sono chiusi in una stanza, e Fanny Tossicchia (è stata portata dalla dott.ssa Donnini con celerità – potrebbe aver contato il fatto che alla segretaria ho assicurato “no no è Fanny, non è la Belva!) Quindi pace e non vi omaggio il triste albero di Natale di Mandrognistan Ville, perché quest’anno non mi sento molto Grinch.
Ah, a Torino non c’erano mercatini di Natale particolari, ma ci sono le bancarelle in via Garibaldi.