Sono tre anni che Lulù rugna sui presepi sull’acqua di Crodo, e poi io li ho già visti due volte e lei no. Ma lei si occupa di cani abbandonati (se vedete in giro nella zona bassa Lombardia e dintorni il banchetto degli Animal’sAngels fate un’offerta e comprate qualcosa. Io invece che sono troppo esausta dopo il lavoro per fare alcunché, vado in giro.)
I presepi sull’acqua di Crodo e frazioni, ma siccome a me piace camminare preferisco restare nell’ambito del camminabile, sono costruiti dagli abitanti su fontane e lavatoi, e non hanno l’acqua come elemento dominante o almeno non sempre.
Tutti gli anni sono diversi, come ho potuto constatare: la scuola elementare lo scorso anno aveva usato le bottigliette del Crodino, e quest’anno, direi, ma ammetto di non aver riconosciuto l’origine con certezza, i succhi di frutta: esteticamente, ragazzi, i Crodini erano meglio ( lo so il turista rompicoglioni c’è sempre).
Alcuni però erano veramente pregevoli: i miei preferiti , ma è un giudizio del tutto personale, quest’anno sono: il presepio in scatola, quello costruito in un ombrello rivoltato, il presepio all’insegna del riciclo nel giardinetto con il Buddha, e finalmente quello davanti alla chiesa parrocchiale con …la chiesa parrocchiale in miniatura.

Menzione onorevolissima alla bambina ( Sofia?) figlia della proprietaria del negozio di formaggi, così simpatica che la mia amica ha chiesto il permesso di fotografarla: il presepio è molto bello, lo ha fatto lei! E i formaggi della mamma sono buonissimi. Il presepio è nel piccolo giardino privato di fronte alla chiesa ( e al negozio). Super onorevole agli amici che hanno lasciato generi di conforto accanto al presepe…in cambio di una firma. Di conforto alcolico (dirò solo una parola: genziana). Ma tutti avevano caramelle, cioccolatini, le crodine ( cioè le gommose profumate al Crodino).
Ho scoperto, oltre al negozio di formaggi e alla latteria Antigoriana in circonvallazione, anche la panetteria/ pasticceria che c’è subito dopo. Nel senso che ho capito come mai c’era sempre la coda fuori. Come sapete ( o forse no) ho ormai pochi rapporti con pane pasta e altri derivati, ma siccome non si sta a dieta tra Natale e Capodanno, ma tra Capodanno e Natale ( lo dice giustamente Luisanna Messeri), e io ho momentaneamente lasciato la cheto per il low carb ( la mia filosofia di vita per gli anni a venire) ho potuto apprezzare il Walserbrot con il lievito madre, il pane con le noci e il pan d’la stria…(Il Forno Ossolano, via Maglioggia 13). Una favola.
Sabato era anche il giorno del mercatino natalizio a Domo, e a Crodo, lo ammetto, c’era poca gente in giro. Come sempre faccio in modo o per caso di non trovarmi mai in posti affollati. Per altro i presepi di Crodo valgono una visita, e se siete in Val Formazza dove c’è un sacco di neve avete tempo sino all’8 gennaio.
Il mercato natalizio di Domodossola invece dura un solo week end, e anche questa è una scelta: la città era affollatissima, il parcheggio abbastanza problematico, ma ho trovato posto gratuito, in effetti a pochi passi dall’isola pedonale, dopo aver fatto il solito giro dell’oca.
Ho comperato degli altri formaggi ( sarà che sono nata nell’anno del Topo). – e dei libri .
