Nel post lungo precedente vi mostravo la lavanda che ri – fiorisce in Oltrepo pavese: oggi ho visto una foto della val di Lanzo (grazie @Beppeley) dove si vedono rododendri belli freschi e fioriti. Io di questo sono abbastanza inorridita e sono ancora più arrabbiata quando agazzine di buoni studi e di buona famiglia che non vengono affatto da posti disagiati tirano cose contro i quadri – dimostrando scarsissima intelligenza e cultura e facendo un pessimo servizio all’ambiente, tra l’altro.
Comunque volevo andare su al Moncenisio, o anche solo a Bar Cenisio (perchè ci sono un paio di itinerari che ho visto, ma non ho mai sperimentato e questo prima che chiudano il passo per farci le piste da sci (vi ricordo che il versante francese delle Alpi riceve di solito le precipitazioni che non arrivano sino a noi, anche se la siccità ha picchiato duro anche lì). Comunque dieci giorni fa il tempo era strano anche qui – doveva esserlo anche in questo week end, ma ci ha tristemente ingannato- però siccome il Moncenisio mi piace anche con le nuvole, anzi soprattutto con le nuvole, sono partita lo stesso.
Lo confesso, non è stata un’ideona.
Non perché si è messo a piovicchiare, alla fine poche cose sono più belle che camminare nella pioviggine, ma perché più salivo e più la pioviggine diventava acquazzone (con molto vento), sinché alle scale sotto la diga si è trasformata in nevischio. e lì ho cominciato a domandarmi, che ci vado a fare?

Così alla fine, consapevole che la mia giornata stava prendendo un giro inaspettato sono tornata a Susa, senza sapere bene cosa fare (come si vede dalla foto a valle il tempo non era così brutto). Susa è una di quelle città di frontiera (e di fondovalle) che hanno un aspetto un po’…transitorio, e a Susa si ha l’impressione che sia stata lasciata a se stessa, trascurata e un filo negletta. Ed è un peccato, perché, oltre alla splendida cattedrale romanico gotica di San Giusto, c’è un bel parco archeologico, con un arco e tracce di mura, nonché una statua di Augusto: sono tornata lì, dove oltre ai rari turisti, per lo più stranieri, c’erano i giovani del luogo che amoreggiavano, e avere un luogo del genere dove amoreggiare è sicuramente meglio che finire tra i litigi degli spacciatori (a riqualificare i giardini di Mandrognistan Ville non c’è riuscito nessuno, sinora). Susa era una città romana, luogo di passaggio e di traffici sin dall’antichità e anche adesso è in mezzo a tre valichi di una certa importanza, Moncenisio Monginevro e Frejus.
In questi casi, dopo aver ri- visitato la cattedrale, un filo meno buia del solito, sono andata a comperare la focaccia dolce da Favro ( a Susa si mangia bene in ogni caso), ho fatto il giro dal tribunale e dal Comune e poi me ne sono tornata (tristemente a casa).