Nell’estate del covid abbiamo optato per una vacanza rilassante – se possibile, naturalmente – e abbiamo svelto un combinato montagna, mare, terme, relax: il lago di Garda, con in più la possibilità graziosamente concessa di un surplus di cultura. Abbiamo deciso di iniziare dal surplus di cultura, ossia il Vittoriale di Gardone, dimora del Vate in cui ci eravamo dilettate nel corso di una gita scolastica di molti secoli fa (ma io ricordo meglio la visita fatta con i miei l’anno in cui andammo a far Pasqua a Desenzano, con mio padre che recitava a memoria brani delle Laudi). Comunque arriviamo con la solita calma al parcheggio del Vittoriale, lasciamo la macchina all’ombra ( ci sono 36 gradi ) e ci avviciniamo con la folla all’ingresso. Poi Lulù dice che ha fame ( l’idea era trovarci un posto nei giardini e fare un picnic sotto gli occhi di D’Annunzio) e così anziché trascinarci in giro la borsa da picnic ci siamo messe sotto un ulivo e abbiamo mangiato lì osservando uomini donne bambini cani e turisti tedeschi che andavano su e giù. Caldo talmente soffocante che l’idea di strisciare nel giardino e poi a casa del poeta mi è sembrata semplicemente improponibile. Abbiamo ripreso la macchina e abbiamo raggiunto il nostro hotel in mezzo agli ulivi, abbiamo disfatto i bagagli e ci siamo buttate in piscina. Aah …
Abbiamo barattato il Vate per una piscina e deciso che la cultura la riserviamo alle mezze stagioni.
Tobia è rimasto tristemente a casa a fare la guardia al Giulio. L’ha presa malissimo ( e pure noi in effetti)
La piscina
Bella scelta! viva la piscina! siamo – prima di tutto – degli esseri umani! Vati vari permettendo!
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