Finestra sul cortile (ancora)

Se lunedì c’è stato il liberi tutti, io sono uscita oggi. Qualcosa è, però, sottilmente cambiato. Intanto non sono uscita per una necessità immediata (gatti, spesa, farmacia): sono andata in libreria, con il mio meraviglioso buono regalo dono dei colleghi per il mio compleanno, che se ben ricordate, è caduto a ridosso del lockdown. Quindi era lì, semidimenticato, finché, due giorni fa, facendo come al solito un’effimera pulizia delle carte sul tavolo di cucina, è saltato fuori come la lettera rubata di Poe (nel senso che era lì davanti a me, ma naturalmente non ci pensavo affatto).

Nella settimana del liberi tutti (non venitemi a dire che non ci avete pensato anche voi), in centro città c’era più gente, ma non una folla (e tanta gente senza mascherina, il che mi manda abbastanza in bestia), qualche ciclista, e tutti i negozi chiusi. Mi segnalano assembramenti sull’argine, che è l’ultimo posto dove vorrei andare dato che sono tutti lì a banfare goccioline al sole. I parchi sono chiusi. Tutti. Anche la cittadella. Anche il parchetto vicino a casa mia, in cui speravo tanto – anche se è un posto per farci giocare i bambini, e i cani, e forse per questo è chiuso. Anche il cimitero è chiuso – perchè i vigili sono sull’argine a controllare i runners. A parte questo, gli unici assembramenti che ho notato in centro erano formati da stranieri – e no, non sono seguace del capitano, mi domandavo soltanto se qualcuno ha pensato a tradurre le disposizioni di legge vecchie e nuove in arabo, albanese, francese e spagnolo, tanto per dire.

Spostarsi, non è chiaro. Giustamente molti si domandano come mai la montagna sia sparita dall’orizzonte politico -turistico di questo periodo. In parte, credo, c’entra il fatto che molte zone di montagna sono diventate pericolosi focolai d’infezione, non tutte certo, ma pensate a provincia autonoma di Bolzano, val Seriana, Val d’Aosta. E in quest’ultimo territorio , penso a Courmayeur, l’invito a starsene a casa, ai turisti e proprietari di seconde case, è arrivato come dire forte e chiaro. Per buonissime ragioni, magari, certo è che stanno correndo ai ripari. Poi ci sono zone dove invece il contagio è pressoché assente, come in molte delle mie zone appenniniche, o nel cuneese.

In circostanze come queste, sarei scappata nei dintorni di Masone, dove ci sono io, i cinghiali, e anche i lupi. Anche nei momenti di maggior traffico escursionistico non è che ci fossero proprio le folle. Ma non si può: siamo in Liguria, e vietato sconfinare ( a Gnocchetto ti sparano a pallettoni?) Quindi, a meno che i cimiteri di Masio e Montaldeo siano aperti, e io possa usare quella scusa (ma la faccenda cimiteri non è chiara, come si è visto) mi toccherà un’ora di strada per fare sport, da sola, sempre naturalmente che trovi pattuglie di poliziotti pronti a bersi la mia voglia di montagna.

Concludendo con una nota seria, non mi dimentico della tragedia che abbiamo vissuto. tornare sulle mie amate montagne lombarde, dopo questo, e pensare a quante persone sono morte, che magari avevo incrociato casualmente, con cui avevo scambiato qualche parola in un negozio o in un bar…non sarà mai più la stessa cosa. Almeno per me.

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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