In un mese spesso dedicato ai mercatini natalizi, io, come sempre, faccio da bastian contrario. L’occasione, veramente, me l’hanno data gli Amici della Musica e l’occasione di una trasferta musicale al Carlo Felice, complice una giornata di splendore assoluto – ne ho infilate due, una ieri in Valle, una oggi. e ho ri-scoperto, dopo vari giorni di allerta meteo di vario colore ma sempre brutto, una città viva e gioiosa, un piccolo ma centrato mercatino in piazza De Ferrari, pieno di specialità locali – cosa sensata, naturalmente, meglio il pesto che i canederli nei caruggi. E poi, sfilata di Babbi Natale, gabbiani in picchiata sulla terrazza del Carlo Felice, palazzo Ducale illuminato, la splendida galleria Mazzini in restauro con i suoi stalli di libri usati e antichi…Potevo non portarmi a casa un souvenir? Ovviamente no, e pure a prezzo intero : Liguria Mare e Montagna, Crescere edizioni, 2015, con 50 itinerari di mare e di monte, compresa l’Alta via dei Monti Liguri, di cui ho fatto qualche pezzetto vicino a casa. Un paio le ho fatte, così, leggendo l’indice: i Balzi Rossi, e la rocca del Reopasso, altre non ci sono (Punta Chiappa, Montallegro, ricordi di sudate estive da Rapallo), ma leggerò con attenzione.
Del resto, come si evince sul Corriere, di neve ce n’è sempre meno, e di funivie morte sempre di più. Quindi anche noi ciaspolatori, o andiamo sempre più in alto (perdonami Mike Bongiorno), con i pericoli che ne conseguono, o abbracciamo senza esitazione l’escursionismo invernale. Leggendo l’articolo (sto divagando rispetto a Genova, ma le due cose sono più che collegate) viene da pensare che occorre un generale mutamento delle politiche turistiche delle nostre montagne (estive e invernali) laddove non sarà sempre possibile andare contro ai mutamenti della natura. A meno di non essere capaci a produrre neve dal cielo a comando.
Un territorio come quello Ligure, dove spesso gli aggiustamenti dopo il disastro idrogeologico sono peggiori del male, dovrebbe essere il primo a ripensare alla grande l’uso del proprio territorio. Cosa che per altro l’Italia non ha mai fatto sin dagli anni del boom economico. Ora che sono stata sufficientemente pessimista, vilascio con una galleria della Superba baciata dal sole.