Sì, è la stessa marmotta. Alla fine si è pure voltata a guardarmi, con l’aria di dire, ma sei ancora lì? e mollami, dai.
Tra le dieci cose che mi deliziano di più (le altre sono: leggere, scrivere, nuotare, fotografare, andare in montagna, camminare, bere un bicchiere di vino mentre fuori piove, accarezzare i gatti, passare del tempo con le amiche) c’è anche guardare le marmotte. Sedermi da qualche parte e starle a guardare mentre mangiano , corrono, litigano, si rotolano.
Ho passato bellissimi pomeriggi, sospeso escursioni, o almeno ritardato la partenza e l’arrivo, preso la pioggia, per star lì ancora un po’.
In questo specifico caso, non so nemmeno potuto sedermi, perché stavo facendo la carrozzabile per il Petit Mont Cenis ( su cui non farei passare la mia auto comunque) e lei (loro, ma lei era la più vicina) erano giù per la scarpata vicino al lago del Moncenisio.
Per qualche ragione non riesco ad immaginarmi un inizio autunno senza passare dal Moncenisio prima che nevichi e chiudano il passo, che, ribadisco e non per la prima volta, ai tempi di Napoleone era aperto e passavano le diligenze postali, mentre ora è sacrificato ai bisogni delle piste da sci.
E comunque, la calma passeggiata di quasi sei km che porta al rifugio – ora è chiuso – è particolarmente rilassante in questo periodo dell’anno, quando la temperatura è mite, il sole non è troppo feroce a duemila metri, e magari non c’è troppo vento, e si cammina con bel passo cadenzato. Poi senti il fischio e ti fermi. Le marmotte le trovi in pratica dappertutto lungo il percorso, dappertutto nella conca del lago , e attenzione sulla départimentale perché al tramonto attraversano anche la strada per andare a bere. Sono uno spettacolo rilassante. Molto rilassante. Marmotta – therapy
Tip: Si accede alla carrozzabile per il Petit Mont Cenis subito prima del passo, dove c’è una evidentissima indicazione. Si parcheggia lungo la strada dove si può. Se proprio volete farvi una strada strettissima, dove due auto affiancate non passano, fatti vostri… Il lago si può percorre tutto a piedi, anche se il tratto lungo la dipartimentale 1006 è di sicuro poco piacevole. Chiude di solito verso il venti ottobre, a volte prima ancora delle nevicate.
