In realtà dovrebbe esserci un’alba, ma non essendo io un tipo particolarmente mattiniero, vi delizierò con il cielo sopra Mandrognistan Ville ( due citazioni in uno – musica , più cinema, più immagine, un’orgasmo di sinestesia). No non sono rimasta seria troppo a lungo e l’eccesso di serietà ha portato ad un attacco di pazzia. Da questo momento alcuni articoli, non tutti, perché il lavoro di traduzione è lungo e abbastanza sfiancante, compariranno anche in inglese. Non perchè voglia tirarmela particolarmente, in realtà sì, anche per questo. Ho in realtà alcuni buoni amici fuori dall’Italia a cui farebbe magari piacere leggere. E poi, sì, non si sa mai:chi ha detto che devo morire a Mandrognistan Ville? E no non tradurrò letteralmente questo post: come direbbe Croce, tradurre significa tradere, tradire – in realtà spiegare la faccenda della sinestesia citando Pascoli, in inglese, a quest’ora, e con la gatta che cerca di inibire la mia creatività sdraiandosi sulla tastiera, è davvero troppa roba. Primo tentativo, com’è ovvio, l’intervista a Tamara Lunger.
Dear Readers, for the first time today, my website goes English. Many posts and articles will have an English translation available, not all post, because this, I must admit, is too much of a job for me, with my cat trying to limit my creativity by lying on my iPad.
I have a few friends abroad who might be interested in what I write, and why not, nobody says that I should die in Mandrognistan Ville.
So for you, enjoy my first post, my interview with Tamara Lunger at the IMS of Bressanone two weeks ago.