Nella Alpinmesse di quest’anno, un posto centrale era occupato dall’Isola dei prodotti. Un’ Isola, perché in un’unico spazio erano concentrate alcune novità rilevanti nel panorama dei prodotti per lo sci e le attività in montagna. E il focus, lì e altrove, era sulla sicurezza. Come attrezzarsi e cosa fare in montagna, dal punto di vista medico, sportivo, di soccorso. Mi sembra particolarmente importante, soprattutto visto il continuo stillicidio di notizie riportate di persone che si avventurano in quota senza la minima esperienza e senza nessun tipo di attrezzatura (e poi finiscono nei crepacci costringendo gli addetti ai lavori a pericolose manovre). Lo strumento che ormai è più diffuso è lo zaino – airbag, prodotto da grandi marche di articoli sportivi come Millet.

foto di Simon Rainer – Alpinmesse
Ve ne sono di diverse dimensioni ed utilizzi, e sono tutti, uno l’ho provato, di facilissima esecuzione ( e se lo dico io, che non mi avventuro nella neve se non in condizioni di massima sicurezza, e non sono la più snodata e coordinata la mondo, potete davvero crederci). non posso garantire che sarei altrettanto lucida in caso di pericolo reale, ma questo non ha a che fare con la qualità dello strumento ma con la propria capacità di affrontare una situazione limite. Un’altra cosa ho trovato interessante, e applicabile non solo all’alpinista estremo himalayano, ma anche all’escursionista che si trova ad affrontare un grande sbalzo di altitudine in pochissimo tempo. Lo so, anche per noi “camminatori”, come si diceva una volta, è necessario acclimatarsi, ma ormai, pressati come siamo dal poco tempo e dalla necessità di concentrare le nostre attività nello spazio di pochi giorni o di un week end, non lo facciamo quasi più, ma passare dalla piana alla cima dello Chaberton in poche ore (e faccio come sempre un esempio a caso, ma basato sull’esperienza) dà come minimo il mal di testa, che però è un più semplice, nostrano, ma presente, mal di montagna. L’esperto dott. Pegger, esaminando la farmacologia disponibile, ha più volte rilevato che i farmaci vanno utilizzati in presenza di problemi, e non per rendere più rapido un acclimatamento in alta quota, e ha distinto, cosa che io non sapevo, tra farmaci che trattano i sintomi e farmaci che trattano l’eziologia del problema. E in ogni caso, acclimatarsi, acclimatarsi, acclimatarsi…
(E non far gli stupidi in montagna, come diceva sempre mio padre, che con gli idioti in scarpe da tennis, che come ho detto più volte ci sono sempre stati, litigava sempre, sempre, sempre)