Un poster senza foto, tanto c’è la nebbia (la neve, il buio)

Mentre Caifa sta cercando di arrampicarsi su per il bordo del letto (perché siamo in mano aCaifa, giusto per ricordare la mia tanto amata suocera) E la micia ringhia perché vuole fare la stessa cosa, due parole sullo stato dell’arte: malandato. Il primo a essere malandato è il mio martirio che ha il raffreddore da una settimana.Considerato che l’ultimo lo ha preso vent’anni fa, siamo su una brutta china. E come sapete gli uomini sono pronti a chiamare il 118 un secondo dopo i 37°. Io ho la stessa cosa:facile a dirsi, dato che stando nello stesso posto, i germi hanno modo di conoscersi biblicamente e di moltiplicarsi. In realtà, non proprio la stessa cosa: lui ha la tipica tosse catarrosa da fumatore, io ho la tosse isterica da tisica. A tutti e due, il termometro oggi ha dato un esito inquietante: 32,2°. Ora è anche vero che ci aggiravamo per casa come zombi, ma da qui ad aver la stessa temperatura…(degli zombi, ovvio). Così, per sicurezza abbiamo ripreso il vecchio e dannoso termometro a mercurio – ma ecologico, proclama l’etichetta, e made in Germany. Il vecchio termometro ha proclamato per lui una zona di quasi sanità, e a me ha suggerito di prendere qualche giorno di riposo. Il termometro elettronico temo prenderà la via del riciclo. Beh, meglio essere malati prima di Natale che durante o dopo. E forse nel 2017, se ho letto bene, Saturno smetterà di stazionare nel mio salotto.

Comunque, in montagna c’ero andata, e proprio nei giorni del nebbione (in uno dei quali, per esigenze di lavoro ero andata ascuola in bici, e a parte il ghiaccio nei buchi, era pressoché impossibile respirare). La cosa più bella è stato vedere il nebbione salire e avviticchiarsi ai lampioni, per lasciare il passo ad un cielo limpido e terso. A Borgosesia. Sono andata a camminare sopra il Sacro Monte di Varallo, dove c’è un cammino panoramico che porta sul cucuzzolo del monte stesso, che non è veramente un monte, ma una specie di promontorio. Era quasi buio, e lo spettacolo delle luci di Varallo e della bassa Valsesia era spettacolare. Il sentiero inizia subito a destra dell’ingresso al Sacro Monte e sale a diverse zone picnic. Gente, cioè padroni di cani tre, e al ritorno il Sacro Monte deserto. Devo dire che ho scelto il giro esterno perché pensavo che i cancelli chiudessero, ma alle sei quando sono venuta via nel buio più pesto, i cancelli erano aperti e in giro non c’era anima viva. Un giro per le cappelle l’ho anche fatto, ma alcune si illuminavano, altre no – sono buie anche di giorno – e non so bene con quale criterio . Dovrei chiedere al nostro anico Villata, che di Varallo è un grande esperto e ha anche scritto un libro su Gaudenzio Ferrari. E però questa cosa mi stranisce.Tutto aperto? E se poi ci vanno a fare le messe nere?

Varallo era splendente di luci e decorazioni natalizie, e io me nesono tornata mestamente a casa nella nebbia.

Se interessa, questo è Il libro di Edoardo e costa un patrimonio

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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