Invece lo ha scritto Giacomo Poretti di Aldo Giovanni e Giacomo sulla Stampa di oggi. Avrei voluto staccar lo dal giornale e stamparlo sul frigo perché il mio martirio lo leggesse. Sono reduce da un sabato in cui il brasato era cattivo, lui si addormenta davanti alla tv e io ho le vene varicose , eccetera. Tutto perché per il brasato avevo usato il dolcetto che mi aveva regalato la signora Elisabeta. Lo fa suo marito, non sarà un vino stellare, ma è perfettamente bevibile, magari un po’ aspro. Apriti cielo. Lo voglio avvelenare. Non riesco nemmeno a mangiare un brasato ( che poi ha mangiato)
Stamattina, dopo aver spulciato la Parodi ( Benedetta) ho trovato un boeuf bourguignon, ho fatto tutto per benino, ho preso il vino di Elisabeta, l’ho diluito leggermente, ho aggiunto quel che dovevo aggiungere, ho rischiato persino che asciugasse troppo nella pentola a pressione, e l’ ho accompagnato con un’insalatina di pollo e carciofini e della polenta ( ” ecco sei la solita montanara, io preferisco gli spaghetti”) e alla fine aah, che buono il miglior spezzatino del mondo, adesso sì che hai aperto il vino buono(lo stesso, LO GIURO), beviamoci su qualcosa, ah sì una buona freisa di Barolo . Ho evitato di parlargli del boeuf, del vino, di tutto. Ma il fegato è mio. Cracco, Bastianich, Iannaccone, Ducasse, Vercel ( cercate l’intruso), tiè. Come vedete, però, la montagna c’entra sempre.
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