Caro Steven, ti ricordi di Duel? Lo so, è stato tanto tempi fa, tu eri giovane, io ero una bambina, e quando lo vidi, due anni dopo, a Cervinia, se non ricordo male, mi fece una paura fottuta. Da allora, lo confesso, non ho più guardato i camion allo stesso modo. Anche perché allora andavamo in giro con un amico di mio padre, che possedeva una Giulietta spider, ultimo ricordo di una ricchezza enorme sperperata al tavolo verde. Con quella faceva ciò che adesso definiremmo pudicamente sorpassi azzardati. Sono anni che ci penso, ma mentre andava in giro con noi potrebbero avergli persino ritirato la patente…comunque, Duel durava 91minuti. Lincoln dura tre ore tre. Di Duel mi ricordo fin troppo bene, dopo millanta anni. Di Lincoln? È perfetto, sceneggiatura, regia, attori fino all’ ultimo figurante, storicamente ineccepibile, come sempre quando passi dalle storie alla Storia, persino con le battute giuste. E sta pure incassando, il che non guasta. Ma la sobrietà? L’ asciutto arrivare al cuore della storia, all’ idea fondamentale, senza colare effetti e pezzi di bravura qui e là ( lo so con quelli ci fai l’ Oscar come Supporting Role). Steven, si chiama montaggio. Quello di cui eri un maestro riconosciuto.
E tuttavia, zero pecore, ma comincia alle otto e mezzo, per fortuna.