Una settimana stranamente tutta dedicata al cinema italiano.
Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni. Che è un registra delicato costruttore di storie, un osservatore acuto della vita. Questo film descrive in modo realistico ed efficace il mondo della scuola, con Scamarcio il supplente idealista che le mie alunne morirebbero per avere, Margherita Buy la preside comprensiva (troppo, nella realtà non ho mai conosciuto nessuno che non fosse molto più autoritario), il grandissimo Roberto Herlizka come insegnante geniale ma disilluso. Gli studenti non sono il solito campionario di casi umani, ma incarnano problemi e questioni purtroppo frequenti.
Tutti i santi giorni di Paolo Virzì., dove si descrive una stramba coppia di giovani precari o quasi (una cantautrice troppo raffinata per il suo pubblico) e un giovane dotto in lingue antiche che ha preferito un lavoro tranquillo ad una carriera di docente all’ estero. Il film racconta la loro umanissima e veritiera odissea di aspiranti genitori alle prese con le terapie per la fertilità, un mondo che oscilla tra il tragico e il grottesco. L’argomento, che potrebbe essere tragicamente tremendo è però trattato con mano leggera.
Il comandante e la cicogna di Silvio Soldini, che con questo film ritorna alle commedie più leggere e surreali, con le statue di Mazzini e Garibaldi che commentano dall’alto le vicende dell’Italia disgraziata di questi giorni. È un’invenzione simpatica, ma il film, dopo si arena un po’. Grande Mastandrea, comunque.
Rispettivamente, una, zero, una pecora (dati i tempi, un miracolo)
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