Per fortuna

Come diceva Gaber, io non mi sento italiana, ma per fortuna o purtroppo lo sono. Appunto. Ho appeso alla mia finestra il tricolore (di carta, quindi dentro, perché con la pioggia di queste settimane si sarebbe bagnato tutto. Ieri, in giro per Alessandria deserta, ho contato ben 70 bandiere, escludendo quelle istituzionali. Poi certo le cose restano quelle che sono: Berlusconi che dice di non voler lasciare l?Italia ai comunisti, al solito. Come spiegargli che i comunisti erano un’altra cosa…bisognerebbe mettere vicini lui e Bersani e fare loro una lezioncine di storia, ma tant’è, per loro, uno che come mio padre originariamente stava tra Nenni e Saragat e per la verità più vicino al secondo che la primo doveva essere per forza pericoloso e comunista (ma anche socialista: in entrambi i casi razze estinte nella mente e nella storia italiana). Io non mi sento italiana, molto poco mediterranea, molto più svedese, assolutamente socialista e comunista, tanto non ce n’è più, bisognerà farsene una ragione, vecchia menopausica donna. Il mio tricolore è ancora lì.

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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