Mi rendo conto, che sabato si vota per le Europee, che si vota anche per le mie provinciali, ne hanno parlato anche giornali insospettabili come il Corrierone, tempo fa; che il signore con il trapianto sta su tutte le prime pagine die giornali, specie di quelli stranieri (certo non è che i politici stranieri siano indenni dalla passione per le minorenni, ma almeno dopo, se pescati con le mani nella marmellata, si dimettono, o li fanno dimettere, o li trombano alle elezioni, comunque spariscono). Mi rendo conto, dicevo, di tutto questo. Potrei cazzeggiare sul fatto che la mia tradizione politica ormai mi fa tristezza, quando non rabbia, e che non so più per chi votare, e quanto al futuro, attualmente mi fa solo rabbia. Non è che perché qui scrivo di montagna io viva sotto una campana di vetro (quantunque, comincio a pensare che potrebbe piacermi) Di tutte queste cose ho parlato con Luisa andando a Machaby, ieri, festa della Repubblica. Si va ad Arnad, dalla SS 26 si seguono le indicazioni (cartelli marrone), si lascia la strada principale che porta a Bonnavesse e si lascia l’auto (chiusa, su Alp sono comparsi per anni memmentos di alpinisti che hanno avuto l’auto svaligiata) nello slargo davanti alla mulattiera militare o più su al parcheggio. E si cammina meditando per una ventina di minuti (proprio meditando…) dal Santuario , della fine del Seicento, si può salire al paese, al pilone Lomasti, al forte di Machaby in 45 minut,i al passo delle Finestre in due ore. O si può guardare le nuvole sdraiati sul muretto del piazzale come abbiamo fatto noi. Però continuo a non sapere per chi votare ( e ho volutamente dimenticato il referendum)
A proposito di valori famigliari, Nives Meroi ha rinunciato alla vetta per seguire il marito in difficoltà… Si commenta da solo

il santuario in un giorno di pioggia