Ho incontrato una sola volta in vita mia Achille Compagnoni, l’uomo del K2, a Cervinia, che ero poco più che un’adolescente, già in piena crisi di rifuto (quella che viene, almeno una volta nella vita, per quello che i tuoi genitori ti fan fare) Per la verità me lo aveva segnalato l’amico di mio padre, l’avvocato Motta, pace all’anima sua come si dice, che passava da cinquant’anni tutte le sua vacanze a Cervinia prima e a Valtournenche poi quando le sue finanze si erano molto assottigliate ( si era giocato in vari casinò l’equivalente di parecchi milioni. Di euro). Non mi aveva fatto molta impressione. Stava seduto senza parlar con nessuno, ma eravamo già negli anni ’70 e la gloria del K2, per noi che eravamo giovani, era già lontana. Senza sapere molto della storia, il mio idolo, quello di famiglia quanto meno, era Bonatti, che a Courmayeur vedevamo spesso.
Non lo avevo fotografato, né gli avevo chiesto l’autografo. La prima cosa allora non era contemplata dalle buone maniere ( e pare preistoria), per la seconda ero troppo timida io.
In ogni caso, Buon viaggio Achille…