Domenica sera guardavo l’ultimo numero di Alp dedicato al Gran Sasso e alle Montagne d’Abruzzo, dove non sono mai stata. e poi c’è stato il terremoto. Sto sentendo la radio da due giorni e molti dicono che L’Aquila ormai è una città morta. Non ci sono parole per commentare, se non un pensiero, una preghiera in silenzio (o un aiuto monetario e concreto). Io che ho solo visto qualche lampadario oscillare (Friuli), o i libri precipitare dai piani alti della libreria (Sant’Agata Fossili, qui vicino), mentre stavo abbracciata al muro maestro di casa – questo il bello dell’aver comperato sul nuovo, che sai dove erano i piloni portanti – sono con quelle persone.
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