Questa volta sono auguri che rivolgo non solo a me, o a chi mi sta a cuore, anche se solo via etere, per così dire. Gli auguri vanno a Riccardo Cassin e ai suoi cento anni (benissimo portati, per usare un luogo comune). Finalmente i media ne hanno parlato in modo non sensazionalistico, come questa estate: eppure, la constatazione è, se guardiamo ai media generalisti, che o si va a fare del catastrofismo ( la montagna assassina, le valanghe killer) o si pesca nelle leggende le passato. (A proposito, io ho letto la notizia sulla carta stampata, ma non ne ho visto traccia in televisione – è perché la guardo troppo poco o perché è passata solo nei Tg regionali? o non è passata proprio?) Giustissima, questa leggenda, in ogni caso e a me personalmente cara, perchè su Cassin e la scalata al pizzo Badile verteva il primo pezzo commissionatomi da Alp anni fa.
Cassin rappresenta un modo di fare alpinismo in cui mi riconosco ( e non per età), ma perché è rigoroso e guarda la montagna a viso aperto. E poi, gli eroi come lui non vanno mai in pensione…
Consigli di lettura : l’autobiografia Capocordata. La mia vita di alpinista per Vivalda, e il numero speciale di Alp Ritratti a lui dedicato ( e che con un edicolante in gamba si può anora reperire).