Ritorno al passato (o quasi)

Come avrete visto dai post, la scorsa settimana sono andata a Berlino, ad accompagnare gli studenti vincitori del Concorso di storia contemporanea del Consiglio regionale del Piemonte. Ho dato la mia adesione perché sono stata a Berlino nell’estate del ‘90, pochi mesi dopo la caduta del muro e con la città ancora visivamente se non realmente divisa. Ci era piaciuto tantissimo , e una delle cose che ci eravamo ripromessi era di tornare a vedere come era cambiata, quanto, e come.

E naturalmente non siamo riusciti a farlo.

Devo ammettere che le stesse sensazioni piacevoli che avevo riportato da quel viaggio sono tornate tutte, e sì, ho pensato spesso a mio marito.

Ci sono cose che non sono cambiate. La vivacità di Kreutzberg, ad esempio. Il nostro caffé ovviamente non c’è più ( diciamo che è passato un po’ di tempo…) e comunque passeggiare alla sera nei dintorni di Oranienstraße, e trovare una bella birreria e chiacchierare con il barista un po’ in inglese un po’ in tedesco e bere una birra pina colada molto particolare- va detto che di lunedì non c’era tutto questo affollamento e forse c’era anche più tempo per fare conversazione ( e sì i bagni pubblici di Nollendorf platz sono ancora un notevole insulto alle norme igieniche, mi è stato detto, anche se forse meno che in passato – solo mio marito poteva avere tanto sprezzo del pericolo)

Devo dire che la sistemazione di Potsdamer platz mi è piaciuta- mentre invece le fotografie che avevo visto sul momento mi erano sembrate poco convincenti. Invece l’insieme è compatto e armonico, e le opere d’arte ne plein air danno un tocco di colore che spicca nell’uniformità degli edifici. E sì la porta di Brandeburgo io ho fatto in tempo a vederla ancora con il muro davanti: di notte è particolarmente suggestiva.

Intorno alla piazza ci sono hotel da 1500€ a notte, ma va anche detto che rispetto ad altre capitali Berlino ha prezzi contenuti e un eccellente rapporto qualità prezzo, come confermato anche dalle guide che ci hanno accompagnato nei tour storici. L’unico luogo che mi ha causato un certo straniamento è stato Alexanderplatz, quello che era il cuore di Berlino est. Dietro e intorno alla torre della televisione sono cresciuti come funghi mega edifici modernissimi – e devo dire abbastanza brutti, e la piazza mi è sembrata più piccola ( e la sera, decisamente buia e poco attraente, anche se Berlino è in generale una città sicura, ancora adesso, naturalmente con quel minimo di attenzione che ci vuole in ogni grande capitale, e tra l’altro è una città “sparsa” senza un vero e proprio centro, in fondo prima di Federico II era tutta palude, e fa tre milioni e mezzo di abitanti quando Roma ne fa il doppio) Il nostro Albergo era a Siemenstadt (un Holidy Inn confortevole frequentato per lo più da gruppi e da persone in viaggio di lavoro, il nome del quartiere dovrebbe suggerire il perché, ) tre fermate di metropolitana da Spandau e dalla sua cittadella ( il mercato era la copia esatta di quello del lunedì in piazza Perosi qui in Mandrognistan Ville) e a un’ora di viaggio dal centro, se per centro intendiamo appunto Mitte dove ci sono il Reichstag e i ministeri. Detto questo, sono tornata a casa chiedendomi perché ci abbia messo così tanto a tornare.

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camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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