Lavoro forzato

Vicino a Berlino, a distanza di qualche km e almeno in un caso ben servito dai mezzi pubblici, ci sono due luoghi importanti di quella geografia del terrore che ha caratterizzato la storia di Berlino: i lager di Sachsenhausen e Ravensbrück

Il secondo in particolare è legato alla storia italiana. È l’unico lager interamente femminile e lo conosciamo attraverso la testimonianza di Lidia Beccaria Rolfi, che vi fu deportata come partigiana. Ravensbrück, che si trova a una cinquantina di km da Berlino, è meno facilmente raggiungibile e quindi la sua visita risulta maggiormente interessante proprio perché non è affollato di visitatori.

Molti degli edifici sono stati demoliti anche da parte delle persone del luogo che cercavano materiali da costruzione. Quello che è rimasto intatto è il quartiere degli ufficiali. Uno degli edifici è diventato un ostello per le attività didattiche del sito, la casa del comandante è diventata un museo che raccoglie le biografie dei comandanti che si sono succeduti a Ravensbrück sino all’evacuazione del campo.

Ravensbruck si trova accanto a un lago (lo Schwedtsee) dove ora vivono cigni e anatre e dove gli abitanti di Fürstenberg vanno a fare il bagno , dimentichi del fatto che nel lago stesso riposano le ceneri delle deportate morte Ma questo è il Brandeburgo, una ridente zona rurale che ha massicciamente votato Afd.

In città a Berlino, c’è anche un centro studi museo dedicato ai lavoratori coatti trasferiti in Germania, in Britzerstrasse non lontano dalla Sprea ( Nazi forced labour museum in inglese), molto interessante e documentato

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camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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