(spoiler, sta per arrivare il solito post in aggiornamento sui mercatini di Natale, perché anche quest’anno mi-ci-vi tocca, e c’è la coppa Davis, che mi sembra un secolo fa che sono andata a Torino, e invece era nemmeno una settimana)
Torniamo in Slovenia che è meglio, che così avete un suggerimento su dove andare a Natale (immaginate il lago di Bled con le decorazioni natalizie e la neve). Senza contare che in Sloveni si scia tanto e benissimo , e non solo nel comprensorio olimpico di Kraniska Gora.
Il mare, comunque.
Il mare della Slovenia è quello del golfo di Trieste, perché il crollo dell’ex Jugoslavia ha tagliato l’Istria più o meno a metà, con la parte settentrionale alla Slovenia, e quella più meridionale con Pola e Fiume alla Croazia.
Sino a poco tempo prima avevo visto solo Capodistria, che è un piacevole borgo veneziano. Ci siamo passate, ma la nostra meta era Izola (Isola), un altro piacevole borgo di stradine e viuzze, una chiesa dedicata a San Giorgio con – guess what- un campanile veneziano. La piazza centrale è dedicata a Tartini (pensate a quanta gente è nata in Istria, da Mario Andretti- questo è un omaggio al Grande Longo che è un fan) e ha una forma elicoidale. Davanti il porticciolo turistico, con le barche dei pescatori.



Se Izola è un po’ come Varazze , la vicina Portoroz è come Cogoleto un po’ più posh, con i grandi alberghi di epoca liberty e quelli moderni molto più brutti. Ma il vero tesoro è a pochi km da lì e sono le saline, una oasi naturalistica meravigliosa, in cui è facile incontrare aironi e altri uccelli. Le saline sono in esercizio dal medioevo e ora non si parla più di sfruttamento, ma di mantenere una piccola produzione “storica “. L’ingresso costa sette euro e sono davvero ben spesi : ho trascorso qualche ora di pura e totale contemplazione.



