Interrompo un attimo la serie sulla Slovenia perché questo week end a Torino ci sono le Nitto ATP Finals, e la vostra umile amanuense si è presa una pausa dalla solita bronchite autunnale ( che non è colpa della Slovenia e nemmeno del weekend di lavoro a Bologna – sempre bella Bologna ma un po’cambiata dall’ultima volta- ma probabilmente dei treni che ho preso) ed è andata a vedersi un incontro . E che incontro, l’ultimo del round robin del gruppo Nastase tra Sinner e Medvedev.
Se volete vedere le semifinali di oggi e la finale, se e dico SE trovate ancora qualcosa, preparatevi a lasciarci la tredicesima che non avete ancora ricevuto. In sei mesi i prezzi sono quintuplicati. Sì perché noi i biglietti li abbiamo presi quando sono usciti, ossia totalmente al buio ( i round robin sono sorteggiati sul momento) e potevamo beccarci Pinko Pallino contro Pincopallo E SAREBBE ANDATA BENE LO STESSO. Tra l’altro Sinner non era ancora il n.1. Lo scorso anno per dire il giovedì era stato Djokovic Sinner e dato che Amica Giovane aveva in cameretta il poster del Djoker anziché quello della boyband di riferimento potete immaginare l’entusiasmo (spoiler: io avevo quello di Piero e Raimondo D’Inzeo, e per me entrambe le passioni, tennis ed equitazione voglio dire, sono finite quando un ortopedico ha detto che con la scoliosi che si ritrova questa bambina è meglio che faccia del nuoto . Posto naturalmente che su un cavallo riuscirei ancora a starci, probabilmente: naturalmente se i tendini mi permettono di arrampicarmici sopra, al cavallo).
Il tennista preferito di mio padre era Ilie Nastase, e di Nastase deve essere il primo incontro di tennis che ho visto, in tv. Perché quando ero bambina la dannata tv generalista ti faceva vedere tutto, i Wimbledon , i Borg, McEnroe, Nastase, per non dire Panatta e Bertolucci (Panatta tra l’altro uno dei pochi commentatori ascoltabili su qualunque piattaforma). Più o meno diciamo sino a Lendl (uno simpatico quanto il Djoker se non di più-è ironico, neh, per dirla con mio padre cme na brancà ad ciò, come un mucchio di chiodi). Poi boh è diventata una faccenda privata.
Quindi devo dire che sono stata molto contenta di vedere Nastase dal vivo e ieri sera si è innescata una discussione con il Cugino Piacione che sosteneva che Nastase non fosse proprio così in forma come io sostenevo. Comunque, armati della nostra buona fortuna siamo arrivati alla Inalpi Arena alla spicciolata: l’amico che ci aveva procurato i biglietti, è entrato a vedersi il doppio, Amica giovane è uscita dalla banca e ha aspettato il tram, io ho lasciato a metà un evento al lavoro con i presenti che dicevano “va a vedere il tennis” e mi sono scapicollata un’ora di strada e un’auto in fiamme sull’autostrada con relativo patema, e con il secondo patema dell’oddio,e se non trovo parcheggio? Che è il vero problema della Inalpi Arena (per intenderci è il vecchio stadio del Toro) e di tutta quella zona. Invece ho avuto un notevole lato B e ho trovato un comodo stallo in corso Unione Sovietica esattamente a 5 minuti a piedi certificati da Google dai tornelli (ma è sul marciapiede, mi è stato detto poi. Perché, le altre auto dove sono parcheggiate?)
Devo dire che il colpo d’occhio era impressionante e il boato dei tifosi faceva veramente Colosseo con i gladiatori. Non essendoci mai stata sapevo solo che era il lato nord, ma gli steward sono stati tutti gentilissimi e io ho trovato i posti subitissimo. Devo dire che è come il balletto: dalla platea vedi bene il gesto, dalla galleria il gioco. Poi sono arrivati gli altri con il cibo e finalmente è cominciata. Devo dire, una bella divertente partita, specie nel secondo set dove Medvedev ha venduto cara la pelle.
Le Finals sono un grandissimo affare per Torino, e i prezzi in generale esorbitanti, ma l’organizzazione è stata perfetta e con l’ingresso a dieci euro al Fan Village e il maxischermo c’era moltissima gente. Security molto presente, ma non particolarmente asfissiante: essendo un’anziana signora nemmeno il metal detector.




E quindi, stasera e domani- forza
