Lo so, vorremmo tutti essere al mare/ in montagna/altrove perché ci sono quaranta gradi ovunque, ma almeno per me no ferie in arrivo -d’altro canto le ho già fatte, e cosa c’è di meglio che farle quando ancora non c’è in giro nessuno? E’ una delle cose per cui sono davvero grata al nuovo lavoro, che è nuovo perché l’altro l’ho fatto per più di trent’anni. Perdonate eh, sono seduta sulla bocca dell’inferno e l’unica cosa che allevia le nostre sofferenze è l’aria condizionata. Vi dico solo che la mia cucina dove di solito vivo (sono italiana dopo tutto) è esposta a sud. E tanto basta. E anche facendo un giudizioso uso delle correnti e avendo per fortuna dei gatti privi di aspirazioni suicide (ho le zanzariere, quindi zitti) per avere refrigerio in questo modo bisognerebbe che ci fosse un minimo refolo di vento. Appunto, no. Ieri ero per lavoro nella ridente Lomella e il mio corelatore abituato ad un ambiente in cui la cravatta e la giacca sono di rigore – la Camera dei deputati – sciogliendosi sulla sedia ha detto no ma scusate, io però mi tolgo la giacca. Io e Chiara Colombini che già eravamo stramazzate, e tutto il pubblico, a cui faccio per altro tanto di cappello per esserci stato, abbiamo gridato praticamente in coro, ma figurati.
Quindi pensatevi al fresco sul mare Adriatico e deliziatevi con i nostri suggerimenti. Il primo, l’osteria Lu Mantì, a Porto San Giorgio, dove abbiamo assaggiato eccellente cucina marchigiana, con porzioni ragguardevoli. Non posso dire nulla sul vino, perché già faceva un po’ troppo caldo, ma abbiamo mangiato davvero ottimamente (io ho preso le spuntature, una specie di trippa gratinata buonissima che ho perfettamente digerito – a chi ha una certa età il giudizio di cosa si mangia è dato anche da questo, perché significa qualità degli ingredienti). A Sirolo, volevamo mangiare olive ascolane e abbiamo trovato questo buchetto stile street food che faceva panini particolari e olive ascolane da urlo: Pà- Sirolo, nella via principale. Il panino al polpo una favola, e i ragazzi super gentili.
A Norcia, la norcineria Ansuini Mastro Peppe ha una sede in centro, una una più grande lungo la statale , ma lì c’era troppa gente. L’Umbria è l’apoteosi degli insaccati, ma che ve lo dico a fare? Il colesterolo ringrazia, ma è tutto buonissimo, formaggi e salumi.
A Montemonaco poi c’è la bottega della Cuccagna che è un gruppo di botteghe (ce ne sono, se non ricordo male, aCivitanova Marche, ad Amandola e pure a San Benedetto del Tronto) che vendono i prodotti dei monti Sibillini. Noi siamo stati indirizzati (noi, le ragazze) dal gruppo del Cai di Fermo che hanno trovato al lago di Pilato, e ovviamente avevano ragione: un posto a metà tra la bottega, il bar e la pro loco, di persone simpaticissime, che hanno una serie infinita di squisitezze, in particolare il ciauscolo che è DROGA ( hanno anche un sito, https://www.bottegadellacuccagna.it/). Quello di Montemonaco è per così dire la casa madre. Se siete vegani girate al largo, però potete sempre comprare tartufi marmellate , o bere. Sono sulla piazza principale di Montemonaco, dopo la strettoia che di solito è occupata da gente che fa conversazione (portate pazienza che non vi corre dietro nessuno).
E in fine a Castiglione sul lago Trasimeno, nella parte medievale, il ristorante l’Acquario vi darà dell’ottimo pesce di acqua dolce.
Dappertutto, tra l’altro, prezzi adeguati ma non paragonabili ai nostri.

