III tappa La cascata delle Marmore, una cascata del Toce che ce l’ha fatta (a diventare famosa) anche se vicino non ha un edificio progettato da Portaluppi – e anzi ha dei dintorni piuttosto bruttini. Qui l’effetto disneyland si sente, non solo per i venditori di porchetta e souvenir.
Ci sono due cascate, in effetti, il salto superiore e quello inferiore (piazzale Byron); ma il biglietto è unico grazie a dio (12 €- esiste anche un biglietto last minute, solo per una cascata. Le riduzioni, a parte il Fai, sono una delle cose più strane abbia visto. Menziono solo le famiglie numerose ma con i figli necessariamente minori – se crescono non li porti più perché ci va uno stipendio). Altro caveat: la cascata viene chiusa alle 17, il parco alle 18. Perché questa cascata, come quella del Toce, viene sfruttata a fini idroelettrici quindi la chiusa viene azionata e la portata si riduce moltissimo (da cascatona a cascatella) . Per vederle con calma tutte e due, anche senza fare l’itinerario a piedi, che vuol dire scendere e poi risalire , ci vuole una giornata.
Detto questo il luogo è bellissimo e non c’è da meravigliarsi se poeti e pittori si siano esaltati (il piazzale basso è intitolato a Byron non per caso)


IV tappa Narni. Alla fine, abbastanza stravolte, abbiamo finito la giornata a Narni, che è una piccola deliziosa cittadina (l’unica cosa a cui riuscivo a pensare era Erasmo da Narni detto il Gattamelata). La piazza principale ospita il teatro e la Torre civica, poco più in basso la cattedrale di San Giovenale che ha una facciata laterale e sul davanti una tabaccheria. Mentre prendevamo un ben meritato aperitivo analcolico e una birra, mi è stato fatto notare che Narni=Narnia, perché è dalla città che Lewis ha preso ispirazione. Il tramonto su Narni era magnifico.

