Una linea lunga e calda

Abbiamo fatto una sola giornata in Umbria, essendo abbastanza fortunate da scegliere un giorno precedente al gran caldo. E anche così era caldo comunque.

Nei fatti è stata la giornata che più di tutte ha messo a dura prova i miei tendini, anche se per fortuna, pur avendo buttato roba in valigia in stato abbastanza comatoso, non ho sbagliato le scarpe: ho portato un paio di scarpe ortopediche, che forse non sono belle a vedersi (ma buone, Pepita le ha già morse) ma hanno un memory foam che va bene per la mia situazione (ne ho preso subito un altro paio). Nemmeno gli scarponi da montagna sono così comodi.

Avevamo un ambizioso programma e lo abbiamo rispettato (da non ripetersi se non siete pronti a partire presto e a guidare per 200 km o giù di lì per strade di montagna- ricordo che noi partivamo da Fiastra nel cuore del parco dei Sibillini – e che una parte del l’itinerario si svolge lungo la trafficata via Flaminia.)

I tappa. Le fonti del Clitunno. Che lì per lì abbiamo temuto fosse un’americanata umbra, tra Virgilio Carducci e gli altri. Invece l’acqua che sgorga dalla polla è limpidissima e crea giochi di colore su tutti i toni del verde. Non c’è nulla da fare se non guardare e rilassarsi. Ingresso tre euro, l’antistante tempietto romano era chiuso e è a pagamento anche lui

II tappa. Spoleto, che Amica Giovane aveva visto con Fidanzato Scozzese durante il loro primo viaggio insieme: Umbria e Marche in treno e in bus. Praticamente un viaggio della speranza

In effetti la Spoleto d’agosto di tanti anni fa e quella di questi giorni in comune hanno il fatto di essere semideserte e sotto il solleone. Lasciata l’auto come al solito a casa di dio, ho aspettato il ritorno delle ragazze davanti al teatro romano, e poi ci siamo arrampicate sino in duomo. L’ingresso è gratuito, ma per vedere illuminati sia gli affreschi dell’abside, sia la reliquia di san Francesco bisogna pagare ( o non li vedi): e sono di Filippo Lippi, sublimi, mentre la cappella affrescata daPinturicchio si attraversa passando dal bookstore. Dopo per impattare ancora meglio sulle mie estremità io e Dandyfunky siamo salite alla Rocca: in realtà abbiamo scoperto che si poteva salire in ascensore ma abbiamo sbagliato strada e abbiamo fatto tutto il giro di ronda sulle mura prima di trovare l’ingresso. Poco male: panorami mozzafiato sul ponte delle Torri, che è in restauro e sulla città. Dalla Rocca il panorama è anche migliore, e l’edificio imponente (ospita un museo ma non lo abbiamo visto perché siamo scese con l’ascensore/ scala mobile sino in basso dove ci aspettava Amica Giovane. Abbiamo fatto due volte un giro turistico nella ztl di Spoleto che speriamo non abbia conseguenze.

Gli affreschi del duomo di Spoleto

To be continued (ricordo che io ci faccio due post ma tutto questo itinerario lo abbiamo fatto in un giorno)

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About alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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