Una splendida occasione (aka cosa ho fatto lo scorso week end)

Come avete capito, dalle storie di Ig e dai post, sono andata al prepepe vivente di Maire Pian Croesio, alpeggio ancora in uso estivo sopra Paesana in Valle Po. Come ho fatto a rotolarmi fin là? Semplice è stato descritto con entusiasmo ad Amica Giovane da una collega che lo ha frequentato regolarmente. E così mi sono lasciata contagiare anch’io dall’entusiasmo – e ho passato tre giorni a chiedermi, oddio ce la farò? E’, definitivamente, la cosa peggiore dell’invecchiare, quello di diventare insicuri dei propri mezzi, anche su cose che razionalmente, sai benissimo di poter fare. E infatti, spoiler, ce l’ho fatta benissimo.

Abbiamo scelto di salire presto, per goderci il panorama e il tramonto sul Monviso, finalmente in tutta la sua gloria e scattare qualche foto. Siamo partite, seguendo le indicazioni sul sito, con le racchette da neve aka ciaspole (ne ho due , quindi le ho portarte anche per Amica Giovane che non le ha), i ramponi, gli scaldotti – che sono tornati utilissimi, e un cambio più pesante. Alle corte: neve zero (il barista del rifugio basso, cioè il rifugio Pian Muné, ha detto che “su ce n’era un po’”, ma era proprio wishful thinking, c’erano due bei tratti ghiacciati su cui i ramponi mordevano benissimo, ovviamente esposti a nord, ma niente neve.) Che il cambiamento climatico sia la morte per le piccole stazioni sciistiche è un dato di fatto: e qui non stiamo nemmeno parlando di quelle di mezza montagna: la baita in quota è a quasi 2000 metri, ma il foehn sta facendo barriera, e quindi nevica sui versanti a nord e da noi c’è il sole (e in Mandrognistan Ville, per merito dell’inversione termica, si gela ed è tornato il nebbiun). Quindi bravi loro che hanno un programma di attività alternative per tutto l’inverno, e le due baite aperte per cena e per il lunch (sul sito https://www.pianmune.it/ trovate tutte le informazioni) e anche la seggiovia è aperta durante le vacanze. In estate, escursionismo e mtb. E sempre, o almeno se è sereno, la possibilità di ammirare un mirabile cielo stellato lontano dall’inquinamento visivo. Tra l’altro al Rifugio in Quota abbiamo prenotato la cena e mangiato benissimo – unico neo all’interno faceva caldissimo, ci siamo (tutti) ritrovati a un passo dal restare in mutande.

Usciti a vedere il presepe (quest’anno, non sappiamo perché, anziché la strada che aggira Meire Pian Croesio e sale al rifugio, che si vede benissimo da ogni lato, ci han fatto salire da un rivone accanto alla defunta pista da sci), ci siamo resi conto della processione di frontali che saliva dalla strada. C’era un sacco di gente probabilmente nell’ordine, davvero, delle mille persone, perché siamo scese dopo le 23 e c’erano ancora persone che stavano salendo. Impressionante. C’erano assembramenti ovunque, a tal punto che abbiamo deciso di evitare la coda davanti alla Capanna della Natività e in perfetto mood grinch siamo scese. La specificità del presepe (nel caso vi steste chiedendo che diamine siamo salite sin lassù a fare) sta nel ricreare la vita della montagna nel passato – c’era anche, in pieno mood natalizio, anche un soldato romano. Così non sapremo mai se c’era davvero un pargolo nella mangiatoria (data la folla, nessun bisogno del bue e dell’asinello – credo che in toto sia la cosa più pericolosa io abbia fatto in tre anni di covid sul piano dell’affollamento) a meno di non tornare il prossimo anno – intorno a noi, al ristorante c’erano più o meno degli abitué, i nostri vicini venivano da Alba, felicissimi di scoprire che il presepe ha fatto proseliti. Al parcheggio, che nel pomeriggio era deserto, c’erano auto sin sugli alberi – tipo/a che a momenti ci hai parcheggiato dietro speriamo che le maledizioni congiunte abbiano fatto effetto. Scendendo abbiamo visto auto precariamente sistemate a bordo strada sino a due frazioni più sotto (un altro paio di km a salire/scendere) e una volpe che osservava perplessa tutto quel passaggio.

Tempo di salita effettivo 1h 50′, ma ci siamo fermate a ogni svolta per fotografare. Senza soste, i novanta minuti scritti ovunque ci stanno.

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About alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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