Per il prossimo lungo week end di Sant’Ambrogio vi lascio due itinerari, uno fatto da Amica Giovane e uno fatto da me – in realtà due escursioni piuttosto “classiche” e molto remunerative, nel caso non vogliate intrupparvi nella folla degli sciatori (non per far la guastafeste ma di Covid in giro ce n’è ancora parecchio, due amiche sono appena uscite dalla seconda o terza tornata, quindi, vaccinatevi e siate asociali come me, sino a un certo punto, naturalmente).
L’tinerario di Amica Giovane, che nel week end si farà il tour del Marguereis con o senza neve, è il giro del Pis del Pesio. Trovate la descrizione di tutto l’anello sul sito Cuneotrekking, che è una vera bibbia di informazioni, ed è anche la fonte che Amica Giovane, e il suo Amico Avvocato hanno usato, non completando tutto il giro perché dopo il Pis del Pesio si sono persi nei boschi – come vedete il perdersi nei boschi è un topos ed è tra l’altro un’attività consigliabilissima per tante ragioni – non quelle a cui state sicuramente pensando, che vi conosco. E poi volevano giustamente godersi il pranzo in rifugio al Pian delle Gorre.
Tra l’altro sono stati fortunatissimi, perché il Pis del Pesio, che è un fenomeno carsico, si ammira solo in alcuni periodi dell’anno, ma quando sono saliti era appena piovuto e la cascata era visibile e “piena”

Il mio itinerario è invece un’altra classicissima, cioè il rifugio Bagnour attraverso il bosco dell’Alevè (qui una descrizione con ritorno dalla Vallanta) in Val Varaita, che non avevo mai visto, così ho potuto fare un giro a Pontechianale e carezzare i suoi gatti. Ammetto di aver trovato subito posto nel parcheggio presso il rifugio Alevè, cosa che in estate non deve essere facilissimo – ho trovato anche la neve. In ogni caso, restando sul sentiero principale non c’è praticamente possibilità di perdersi, in salita. In discesa occorre prestare attenzione ai cartelli che segnalano differenti deviazioni. Sono 500 metri di dislivello (sui tempi di percorrenza i cartelli non sono affidabilissimi – in compenso io non avevo altro scopo che ammirare i pini cembri in tutto il loro splendore e gli scoiattoli e il picchio) e si sale abbastanza ripidamente e a gradini, con larghi spruzzi di nevi qua e là nei punti più in ombra. Problema: dopo il rifugio Grongios Martre la neve ha cominciato a ricoprire tutto il sentiero, e io non avevo né ciaspole né ramponi. In realtà non c’era neve sufficiente per le ciaspole e i ramponi non li avevo ancora comperati (adesso li ho e vi dirò), però c’era abbastanza fondo ghiacciato da essere un problema…scendendo. Sono arrivata ad una radura con vari cartelli e ho deciso di tornare indietro avendo comunque passato una bella giornata. Quando ho descritto il posto ad Amica Giovane mi ha confermato che ero arrivata a Pian Caval e che mi mancava giusto un quanto d’ora venti minuti di bella rampa liscia per arrivare al rifugio, e che quella era la strada fatta per i quad che portavano i rifornimenti al rifugio (che notoriamente non fanno le curve senza ribaltarsi). Ha anche detto che avevo fatto benissimo a tornare indietro, essendo da sola. Appunto. Ci tornerò al disgelo.

Ps l’articolo sui mercatini è modificato continuamente…
