L’incursione

Siamo andate a cercare il foliage, ma quel che volevamo veramente io e Amica Giovane erano le castagne. E le abbiamo trovate, tra l’altro. Ora che la stagione della raccolta è terminata, potete seguire i nostri passi e trovare ancora il foliage (che a causa dell’ottobre troppo caldo è ancora visibile quasi ovunque). Spoiler, no non vi dirò dove sono le castagne migliori, che ci siamo mangiate con trasporto.

Comunque il luogo che abbiamo scoperto è la valle Bronda, che prende il nome dal torrente che si getta nel Po. È una valle secondaria della Valle Po, e il paese, Brondello, ha un ponte medievale, una chiesa parrocchiale nei pressi, e una torre che è anche un luogo del Fai.

Il nostro itinerario parte dalla cappella di San Rocco e San Sebastiano, che si trova poco più avanti sulla provinciale. Lì si prende una stradina asfaltata che sale e non fa altro che salire sinché finisce. Costeggia diverse case abbandonate, frutteti dove crescevano rigogliosi kiwi non ancora del tutto maturi e le famose mele antiche che poi siamo andate a cercare a Masino.

Arrivate alla fine dello sterrato avevamo già raccolto tre sacchetti di marroni di dimensioni ragguardevoli e finito l’acqua per il caldo. In un cortile abbiamo visto una fontana e siamo entrate . Il proprietario non solo ci ha detto di servirci pure, ma sua sorella ci ha chiesto se volevamo dei bicchieri. E poi è rimasta a chiacchierare con noi, spiegandoci che la strada effettivamente passava in mezzo al cortile e che al bivio dovevamo prendere a sinistra per non perderci nel bosco (che dati i nostri trascorsi era effettivamente una possibilità)

Così siamo arrivate nuovamente alla strada asfaltata ( via Bellini), potevamo salire, rientrare nel bosco e dirigerci verso la cappella di Sant’Eusebio. Il giro completo è di circa12 km, noi siamo scesi verso un’altra cappella, San Bernardo, perché il carico di castagne cominciava a farsi pesante. E ne abbiamo fatti solo sei, ma vi assicuro che le castagne valevano assolutamente la pena. E pure gli altri frutti che abbiamo trovato per strada (in pratica, abbiamo vissuto di raccolta come gli antichi progenitori). Poi Amica Giovane mi ha portato sopra Ostana all’imbocco del sentiero per il rifugio Alpetto, con la speranza di intravvedere il Monviso. Che ci ha risposto, più o meno “col cavolo”

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camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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