Quanta pioggia si può prendere?

Credo di aver aggiunto un nuovo tassello alla mia lista di “quanta pioggia si può prendere in una botta sola”: una lista per la verità non troppo nutrita ( devo dire che sono più le volte in cui ho rischiato l’ insolazione)

La prima volta in cui ho preso un temporale avrò avuto cinque/sei anni (più probabilmente sei, perché mi ricordo che abitavamo già nel secondo monolocale dei Salluard, quello con il balcone. Monolocale è il termine che useremmo ora, allora erano stanze con uso cucina in mansarda: in ogni caso, sono stata in monolocali molto più piccoli di quelli, in anni recenti). Non so bene cosa dovesse fare mia madre da aver deciso di sbolognare la pargola a mio padre che era normalmente slacker, a quel tempo, sui suoi doveri paterni (poi man mano che io crescevo le proporzioni si sono invertite, mia madre mi lasciava – abbastanza – andare mentre mio padre diventava apprensivo). Il temporale ci ha sorpreso a metà della circonvallazione di Courmayeur e nel tempo in cui siamo tornati in via Roma eravamo zuppi, perché mio padre non prendeva mai l’ombrello e se lo aveva, finiva per dimenticarselo da qualche parte. Le urla di mia madre probabilmente si sentono ancora dall’aldilà.

Seconda volta, quello che un giorno racconterò alla mia pronipotina, quando con un nutrito gruppo di gente ci prendemmo un grosso temporale al fondo della Val Ferret, in quel tempo felice in cui potevi salire a toccare la lingua terminale del ghiacciaio di Pré de bar, che era la cose che facevi se avevi un mezzo pomeriggio di passeggiata. Finimmo in mutande nelle auto parcheggiate all’Arnouva. Molto pericoloso, questo, perché lampi e terreno scoperto non vanno necessarimente d’accordo, ma tant’è. Quella è stata la prima delle diverse volte in cui il mio non ancora marito mi accusò di volerlo assassinare.

Terza volta Bregenz sul lago di Costanza. Dalle nove del mattino sino a sera, quando miracolosamente ero riuscita a evitare un deficiente polacco in testacoda con l’auto all’uscita del tunnel dell’Arlberg. Un diluvio costante: sul lago, in centro, alla chiesa parrocchiale, solo dentro al Museo di arte moderna non pioveva. Il giorno dopo ci fu un’alluvione. Dopo dieci gioni in cui era piovuto tutti i giorni, tranne che a Ferragosto a Salisburgo e a Kietzbuhel avevamo incontrato un signore in loden.

La Provenza di settembre. Se a Digne, dove siamo andate per il piacere congiunto di Jean Giono e Victor Hugo (il monsignor Myriel dell’inizio de I Miserabili , ispirato a un prelato in odore di santità realmente esistito), il sole facevo capolino tra le pozze, a Sisteron, di gran lunga la più bella delle due, non siamo riuscite a vedere nulla tanto eravamo zuppe e io per fortuna avevo la mia ultrafidata Patagonia che ha retto a un intera giornata di pioggia senza farmi bagnare, per lo meno dalle cosce in su, perché i pantaloni si sono bagnati eccome. A Sisteron rimangono ampie tracce delle mura e delle torri, una bella chiesa romanica (la cattedrale di Nôtre Dame des Pommiers) e la cittadella, che è raggiungibile e visitabile, peccato che le nuvole fossero talmente basse che nemmeno si vedeva. Abbiamo raggiunto un punto panoramico, in auto perché eravamo stufe di tutta quell’acqua, e per fare una sola foto decente ne ho buttate moltissime, perché non si vedeva nulla. In compenso c’erano molte lumache, e le abbiamo tolte dalla strada per non fare una strage.

In entrambi i casi abbiamo constatato come le piccole città o riescono a vivere di turismo, se non hanno una vocazione industriale , o sono destinate alla decadenza e alla morte, qui come là.

La cittadella nella nebbia.

Ah, abbiamo trovato un ristorante favoloso, Il était une fois… dove abbiamo mangiato benissimo, all’asciutto (era pieno di gente più o meno bagnata e/o intirizzita)

Avatar di Sconosciuto

About alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
Questa voce è stata pubblicata in camminare in città, Courmayeur, Francia, meteo, sfiga, Uncategorized, viaggi e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.