Appendice (sono tornata sul luogo del delitto)

Eh sì, ho fatto una ulteriore puntata in Val Grana, approfittando del fatto che ci vogliono un paio d’ore ad arrivarci (ma senza dover pagare cara e salata l’autostrada come in Valle d’Aosta – lo sto dicendo da così tanto tempo che magari qualcuno ascolta, ma lo so, per dirla in modo elegante, è pia illusione).

In val Grana ci sono diversi itinerari ad anello in quota, il più noto dei quali è la Curnis Auta che si può percorrere a piedi o in mtb, con punti di accesso in diversi paesi della valle, e collega la valle stessa con la Val Maira a nord e la valle Stura a sud. Io ho percorso uno di questi punti di raccordo partendo da Pradleves.

(Sembra tutto molto aulico, ma in realtà sono arrivata a Pradleves, ho mollato la macchina in centro vicino alla chiesa, con l’idea di buttarmi sul primo sentiero che sembrasse promettente. Il ragionamento su dove sono stata è arrivato tutto a posteriori. In realtà avevo anche il caveat del meteo, perché era il sabato dove si annunciava tregenda in tutto l’arco alpino a partire dalle 15.00. E poi non c’è stato).

Comunque, mi sono avviata verso uno dei sentieri di accesso alla curnis, che portava alla cappella della Madonna dell’Angelo e ad una o due frazioni nelle vicinanze, perché in un’oretta pensavo di farcela. E infatti, in un’ora e un quarto comprese le soste per fare due foto e fermarmi a far due parole con le persone (una vera folla, 13 persone e un cane svogliato) Problemino: a parte una spruzzata di gocce poi subito passata faceva un caldo infernale. E la mia maglietta tecnica era zuppa. In ogni caso sono arrivata al bivio, ho girato in tondo nel bosco per cercare la chiesetta, meditando come suggeriva il cartello (comunque, ragazzi se dovete farci girare in tondo dentro al bosco senza vedere più un segnavia, poi sentirete le Madonne volare…) comunque alla fine sono arrivata alla chiesa, e girandomi ho scoperto che c’era pure una panchina gigante, che ormai sono come i nani da giardino, solo molto più ingombranti.

Dopo mi sono spinta sin verso Cugn, ma sono tornata indietro dall’itinerario dell’andata, senza spingermi oltre le case per riprendere una interpoderale asfaltata e completare l’anello.

Mi sono cambiata la maglietta zuppa davanti ai vecchietti che prendevano il caffè nell’unico bar di Pradleves che mi è sembrato aperto e poi sono andata a comperare il formaggio alla Pojana. Poi Maps mi ha portato in giro per la ridente campagna piemontese. Mai che si faccia due volte la stessa strada.

Allora, in realtà l’itinerario è su strada asfaltata abbastanza bella anche se stretta, perché ci sono frazioni molto belle e ordinate e deserte. Solo dal bivio a Cugn diventa sterrato. Però non barate e andate a piedi, che se incontrate un’auto a scendere poi chiamate di nuovo la Madonna. Oltretutto, là strada sale comoda e a tornanti e la vista è piacevole sempre.

Ah, devo smettere di chiamare vecchietti quelli che ormai potrebbero essere potenziali fidanzati.

Ve l’ho detto che c’era la panchina ( e pure lo zaino)
Avatar di Sconosciuto

About alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
Questa voce è stata pubblicata in camminare, escursioni, Piemonte, Piemonteinsolito, Uncategorized, val Grana e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.