Due ragazze a zonzo su una macchina rossa (6): e non abbiamo finito – ancora

Delle mille mila necropoli etrusche che ci sono in Italia ce ne mancano tantissime, anche perché gli etruschi vivevano in luoghi insospettabile dalla Toscana all’Emilia Romagna. Ad esempio abbiamo provato a visitare anche Vulsci, ma alla fine il caldo ci ha abbattute prima ancora di cominciare (è tutta al sole). Ho scoperto, a posteriori, che ci sono molte parti della necropoli di Tarquinia che sono chiuse, non visitabili o visitabili solo su appuntamento; che se guardi con attenzione ci sono tumuli un po’ ovunque… In più, sulla collina proprio di fronte alla necropoli c’è il grande tempio da cui provengono i cavalli che ho fotografato e anche quello (ma forse mi sbaglio) non è visitabile e comunque ci vai, credo, a piedi o in bicicletta, che è in mezzo al nulla.

Quindi: torneremo a Vulsci in un momento meno rovente, andremo a Populonia, a vedere i fenicotteri rosa alle saline di Taquinia (Aigues Mortes, tiè), e pure alle Terme di Saturnia, che Amica Giovane non ha mai provato l’ebbrezza della cosa.

Il nostro finale, almeno per adesso, è stato a Pitigliano, un altro posto meraviglioso, che conoscevo, per i miei studi di ebraistica, per il fatto che esisteva una fiorente comunità nata a fine Cinquecento grazie agli ebrei espulsi dagli stati della Chiesa. La “Piccola Gerusalemme” non esiste più, come comunità. La decadenza è iniziata con l’unità italiana e la maggior attrattiva esercitata dalla vicina Livorno; la Shoah ha dato il colpo di grazia alla comunità, perché 22 ebrei del posto sono stati deportati e non hanno fatto ritorno: ma una associazione locale mantiene in vita il ghetto e il Museo, la cui direttrice Elena Servi è (e spero sia ancora tra noi, perché non ho trovato testimonianze del contrario) l’ultima ebrea rimasta a Pitigliano. Qui ci sono gli orari di apertura del museo e della sinagoga, che è ancora utilizzata per cerimonie religiose come matrimoni e Bar Mitzvah, e possiede arredi molto antichi, che risalgono al Cinquecento. Sono visitabili: le cantine, la conceria, e il forno kasher, tutti scavati nel tufo.

Oltre al ghetto la città, come Civita, è appollaiata su uno sperone di tufo: alla base ci sono diversi itinerari nelle vie Cave, antiche strade scavate nel tufo alcune delle quali esistenti già in epoca etrusca (appunto, etruschi in ogni dove). Il centro storico è pedonale (semplicemente perchè di motorizzato spesso ci passa a malapena un’ape) ed è pieno di gatti. Ci sono angoli con ciotole piene che mi fanno pensare che in un modo o nell’altro anche loro siano un’attrazione turistica. La cucina locale anche, noi siamo finiti al Tufo Allegro, che era vicino a casa nostra e al ghetto, consigliatoci dal nostro Host di Casa Messi, e che dire, una favola. Ho comperato il souvenir migliore che potessi trovare (nella città vecchia ci sono molte eleganti botteghe), e naturalmente ho portato un dolce ebraico per la mia cugina catsitter (in tutto questo loro non erano felicissimi).

Protips: il problema di dove collocare la propria vettura si pone. Il nostro host ci ha suggerito di chiedere al comune di Pitigliano l’autorizzazione all’accesso per l’eventuale carico-scarico dei bagagli nell’unica piazza accessibile. Basta una mail a ztl@comune.pitigliano.gr.it, indicando il giorno dell’accesso, le proprie generalità e la targa dell’auto. A me hanno risposto molto presto. Ci sono diverse zone di parcheggio, la maggior parte a pagamento subito al di la della provinciale. Il parcheggio è accessibile da app EasyPark e tra le opzioni c’è un giornaliero turistico a 6 euro, valido per 24 ore dal momento del pagamento, che è molto utile e conveniente.

Pitigliano è un posto fantastico e ci torneremo (o almeno io voglio tornarci e secondo me Amica Giovane dovrebbe portarci Fidanzato Scozzese, perché il posto è romanticissimo – ci sono belvederi che la notte si illuminano solo di stelle (non scherzo, una sera abbiamo fatto lo slalom tra le coppiette…)

Il gatto del rabbino (cit.Joan Sfar)
Avatar di Sconosciuto

About alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
Questa voce è stata pubblicata in turismo, Uncategorized, viaggi e contrassegnata con , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.