Due ragazze a zonzo su una macchina rossa (4): due delle 45 mila necropoli etrusche in Italia

Sul perché siamo andate a caccia di necropoli etrusche ho già dato. Sul perché si debbano vedere se non tutte che non so quante sono ma almeno le tre principali di Cerveteri Tarquinia e Populonia (spoiler: ce ne manca una) ho una mia opinione: noi deriviamo, in forme artistiche e convincimenti, tanto dagli etrusci quanto dai romani (che infatti hanno avuto una sorta di assimilazione reciproca). Non sono Barbero e non parlo di quello che non so non essendo un’antichista, ma la cosa che più mi ispira vicinanza sono i cimiteri di campagna inglesi (Avete presente Elegy written in a country churchyard?- se no andate a leggerla – sì in inglese, perché sono una snobbona)

Altro spoiler: se soffrite il caldo, non credo che questo sia il momento migliore: la necropoli di Tarquinia, specialmente, è totalmente sotto il sole. noi siamo state graziate da un po’ di vento, ma non provo nemmeno a immaginare il calore: la barista di Tarquinia che diceva tranquillamente che la temperatura non saliva oltre i 30° ed era già moltissimo (dalle mura si vede il mare a pochissimi chilometri) temo sia stata smentita.

La necropoli di Tarquinia si trova appena fuori dalle mura della città (dove si trova anche il parcheggio più ampio nelle vicinanze. Dal centro della città è una passeggiata di circa venti minuti, che alle nove del mattino è stata piacevolissima, a mezzogiorno già un po’ meno. A seconda del vostro ritmo (alcuni dei tumuli sono chiusi ci vogliono almeno due ore di visita. L’itinerario è numerato e prevedete, a Tarquinia come a Cerveteri di salire e scendere un bel po’ di scale, naturali e non. La particolarità di Tarquinia sono le cappelle riccamente affrescate, che si possono ammirare solo dietro vetri protetti, perché la semplice umidità del respiro potrebbe alterare e poi distruggere gli affreschi. La necropoli di Tarquinia, conosciuta anche come Monterozzi, contiene 6000 sepolcri scavati nella roccia. Con i suoi 130 ettari, è il complesso più esteso che si conosca. Tarquinia è conosciuta per le sue 200 tombe dipinte, della quali la più antica risale al settimo secolo a.C. Questi dipinti sono l’unica importante testimonianza di arte classica del periodo pre-romano esistente nel bacino del Mediterraneo, hanno influssi greci soprattutto della civiltà cretese, e colori ancora assolutamente brillanti. Quella che mi è piaciuta di più e la tomba cosiddetta della caccia e della pesca (cercate il tuffatore). Oppure cercate…il gatto etrusco (che è una pantera, in realtà)

La necropoli di Cerveteri si trova invece a qualche chilometro dall’abitato (la strada per arrivarci è ben segnalata), ed è completamente diversa (cercate di parcheggiare all’ombra degli alberi a fianco dell’ingresso principale sotto l’alberata, come ci ha detto il custode – per non ritrovarvi in un forno a fine visita). La necropoli vicino Cerveteri, nota come la Banditaccia, contiene migliaia di sepolcri organizzati in modo simile ad una pianificazione urbana, con strade, piazzette e quartieri. Il sito, vasto 20 ettari, risale al nono secolo a.C. e contiene tipologie disparate di sepolcri: trincee scavate nella roccia; tumuli, spesso contenenti più di una tomba; ed altri, sempre scavati nella roccia, a forma di capanne o casette, con strutture riccamente dettagliate. La necropoli della Banditaccia, una della più grandi dell’antichità, è una riproduzione della “città dei vivi”. La città dei morti e la città dei vivi erano vicine, quasi fianco a fianco, come se vita e morte si allungassero l’una nell’altra. Qui è possibile entrare direttamente nei sepolcri, che sono composti spesso da diverse “stanze” nelle più ricche ci sono tavoli e sedie scolpite nel tufo. Anche qui preparatevi a molti aerei saliscendi. E a coccolare i gatti della numerosa colonia. Per fortuna la maggior parte del percorso si svolge sotto gli alberi

Pro tip: gli insegnanti (anche quelli in distacco!) entrano gratuitamente: occorre avere il foglio firmato dalla scuola. Il mio foglio era firmato dalla direttrice dell’istituto storico e nessuno ha avuto nulla da obbiettare: solo a Tarquinia alla cassa del museo mi hanno chiesto un documento (il che a pensarci bene è la richiesta più sensata). Per gli altri, c’è un biglietto combinato che costa 19 euro, con il quale si possono visitare le due necropoli e i musei di Tarquinia e Cerveteri: ce lo hanno proposto a Cerveteri e Amica Giovane (che essendosi laureata non gode più dei vantaggi degli studenti) lo ha giudicato una soluzione conveniente e interessante (e moderna) per dir così.

Entrambi i siti hanno itinerari ben organizzati che permettono di vedere tutti i luoghi di interesse, con spiegazioni dettagliate (anche questo non scontato). E il personale è stato davvero cortese e disponibile, cosa anche questa non scontata. Portatevi dietro dell’acqua, in qualunque stagione.

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About alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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