A casa di Giulietta (no non la mia macchina, haha)

D’accordo, dopo questo incipit potete defollowarmi. Sono stata a Verona, e quindi vi ammannisco un breve itinerario veronese sans Arena, che fa storia a sè. E’ secondo me, la ragione (buonissima se siete amanti della lirica tradizionale come la Regina Madre, o degli eventoni pop) per cui Verona viene vista un po’ superficialmente. La seconda ragione, se siete come me, è che a Verona fa un caldo belluino, specie d’estate ( quando i quaranta gradi sono la norma – i tre posti più caldi del norditalia, per esperienza diretta, sono Firenze Bologna e Verona*)

L’itinerario inizia e finisce (per caso, originariamente) al ponte della Vittoria. Tra l’altro da lì, se lo attraversate e poi andate diritti per via Armando Diaz e poi un po’ a destra per via Oberdan arrivate anche all’Arena e tout se tient, anche quest’orgia di odonomastica risorgimentale.

Il nostro itinerario ha a che fare con la Verona medievale e sì anche con la casa di Giulietta, che in un giorno festivo era affollata come sempre, ed è un punto turisticamente assai appetibile pur essendo, quasi, un fake: un fake nato, per così dire a tavolino.

Ma andiamo con ordine. Sono andata via per lavoro, mi sono molto divertita e un po’ arrabbiata – era un viaggio istituzionale, organizzato per altro benissimo dai colleghi dell’Ufficio Organi Consultivi del Consiglio Regionale del Piemonte, Comitato Resistenza e Costituzione, i quali si meritano i complimenti insieme all’agenzia di Racconigi che ha vinto l’appalto; in questi casi, lo so per esperienza, è facile che qualcosa vada storto, e invece no, l’unica cosa che è parzialmente andata storta non era colpa di nessuno, ma della STORIA con tutte le lettere maiuscole.

La prima tappa, dopo essere partiti da Torino, aver raccattato me e un altro gruppo di partecipanti al casello di Novara dove c’è un parcheggio pendolari, che di domenica era per fortuna deserto, e dove Meggie è rimasta senza di me per qualche giorno, era Verona per il pranzo.

Giulietta is not there

Comunque prendendo sempre via Diaz, se girate a sinistra vi trovate davanti porta Bonzano. Da lì si entra nella città antica. Ossia il centro storico, dove ci sono negozi, ristoranti e anche molti palazzi storici.

Facendo una bella passeggiata si arriva a piazza delle Erbe, che è il vero centro della città – ed era anche il centro della città romana. E’ dove i veronesi vengono a prendere il caffè e i turisti a guardare i banchi del mercato, ma a parte la sua turisticità è davvero una bella piazza, circondata da una parte dal molto barocco Palazzo Maffei, e dall’altra parte da Casa Mazzanti, che nel Cinquecento fu ricoperta dagli affreschi che si vedono ancora oggi. La casa è collegata all’intistante Palazzo della Ragione da un arco, sotto cui pende una costola di balena. Siccome proprio sotto fu ucciso in un agguato un esponente dei Della Scala è detto anche volto barbaro. E dice la leggenda, che la costola di balena cadrà giù se sotto l’arco passerà un vero “giusto” e quindi aspetta e spera. Dall’arco si arriva in piazza dei Signori o piazza Dante, perché in mezzo troneggia uno statuone del sommo poeta, che com’è noto fu ospite degli Scaligeri. La statua è abbastanza pesante, contrasta con le leggiadre logge rinascimentali della piazza.

Sempre dalla piazza si accede anche al palazzo Della Ragione, che ha due facciate che danno su due piazze diverse ed è comunque una cosa a sè. La cosa più bella è la scala della Ragione in stile veneziano.

Salire sulla torre che vedete pare sia una cosa da fare assolutamente, ma non si poteva.

Comunque tornati in piazza delle Erbe e passati davanti alla statua di un ignoto (per me) poeta dialettale si va dritti sino a trovarsi, sulla sinistra, a casa di Giulietta. E vi assicuro che non potete mancarla. Si entra a pagamento, ma se volete giusto fare un giro in cortile potete. Allora, perché è un fake ? (c’è anche quella di Romeo, nel caso). La storia di Shakespeare è una storia di fantasia, e nemmeno sua, ha preso ispirazione dalla novellistica italiana dell’epoca; a interessarsi a Verona come patria di Giulietta fu il cinema, e Verona capì di essere seduta su un tesoro. La casa di Giulietta è una dimora signorile del XIII secolo, molto rimaneggiata negli anni Trenta; come pure la casa di Romeo che si trova vicino alle arche Scaligere (ci si arriva proseguendo oltre il palazzo Maffei). Entrambe sono dimore di famiglie molto importanti, le sole che potevano permettersi palazzi di quelle dimensioni. Poi la storia è un’altra cosa, ma il romanticismo, lì e altrove innegabilmente c’è.

Tornati al nostro ponte della Vittoria non ho potuto non notare come il ponte e la piazza siano il frutto di un magniloquente intervento urbanistico di epoca fascista, un nuovo asse che dall’arena romana portava dritta alla affermazione dei nuovi eredi dell’impero. E il cerchio, urbanisticamente, si chiude.

*tutte e tre da tempi assolutamente non sospetti

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camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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