Fine del #SalTo

Come ogni anno, e mentre sto tornando a casa su un rovente carro bestiame (aka Regionale Veloce Trenitalia – avevo prenotato un intercity che però passava da Bologna e quindi forse cercherò di farmi rimborsare) due parole sull’ormai agli sgoccioli Salone del libro di Torino 2023.

A come accessi: in treno dal Lingotto il nuovo sottopasso , serve gli impiegati del nuovo Palazzo della Regione, è comodissimo al Salone, che infatti ha messo un accesso. Peccato che non ci fossero gli ingressi per ospiti e professionali e non ci hanno fatto entrare sino alle dieci. Per evitare la coda della security abbiamo aperto il varco degli espositori se no saremmo arrivati in ritardo al nostro evento .

B come bagni. Che ve lo dico a fare? Lo ripetiamo dalla prima edizione: Non Ci Sono Abbastanza Bagni. Lo scrivono i giornali tutti gli anni. E la coda c’è sempre

C come code. Sempre ovunque anche l’ultimo giorno.

Code a pranzo

E come eventi. Il nostro, degli istituti storici, era gremito. Però l’ultimo giorno c’è oggettivamente meno che negli altri. Sentendo applausi io e Amica Giovane, che al Salone andiamo insieme da prima del Covid, ci siamo dette un vip, finalmente: faccia di musicista del tutto ignoto allo stand di un noto quotidiano e solo quando lo speaker ha detto Grazie a Giancane e ci vediamo su Netflix abbiamo detto un Aaah all’unisono ( aggiungendo ma ha una faccia assolutamente comune, sorry Giancane, però ci piaci lo stesso) Non faccio nemmeno lo sforzo di spiegarvi chi è se non lo sapete.

F come folla. Ame, io non la reggo la folla (e nemmeno Amica Giovane, pur essendo giovane). I più teneri sono sempre i bimbi della primaria buttati a terra qua e là in giro a portata di guinzaglio (provatevi solo, a perdere un ragazzino in quella bolgia. O in metro)

F come food. Come lo scorso anno, con qualcosa in più, e prezzi più alti ( 3 euro in più la stessa cosa presa lo scorso anno). C’erano più posti a sedere, ma non abbastanza- ragazzi e bambini sempre buttati a terra.

I come inclusività: poca. Infatti di persone con handicap e anche solo banalmente anziane in giro non ce n’erano molte. Per non parlare delle anatre zoppississime: non avessi avuto una mattinata “seduta” e due brufen, starei piangendo per il dolore. Notoriamente al Salone non ci si siede. E che hanno paura , che la gente si porti via le sedie? Inchiodatele piuttosto ma Mettete Queste Cavolo di Sedie.

L come libri. Tutto sommato il sistema espositivo mi sembra, quest’anno abbastanza intelligente. Fumetti comics and gaming nel padiglione 1 , i medi nel 2, editoria per ragazzi nel 2 e nel 3, i grandi editori da Mondadori a Adelphi a Feltrinelli all’Oval. Ne ho presi troppi. Stavolta. Editoria di montagna, a parte Cai, Capricorno, Priuli &Verlucca, nada.

P come prezzi: avendo un ingresso omaggio come ospite non mi sono interessata alla cosa ma mi dicono sia ormai un investimento

V come vecchi – vedi S come sedie (non ci sono né gli uni né le altre)

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Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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