Come dicevo, nemmeno stavolta siamo andate al Vittoriale, e rispetto alle altre, almeno avevamo delle buone intenzioni.
Lo abbiamo sostituito con qualcosa di meno noto, decisamente, ma altrettanto affascinante, la valle delle Cartiere a Toscolano Maderno.
D’Annunzio ci perdonerà.
Sono andata, anche questa volta, a rimorchio di Lulù, che aveva visto un servizio in televisione (ahimé io guardo poca televisione, e per niente quella generalista – non è snobismo, è mancanza di tempo, e gatti che preferiscono che io li coccoli guardando cose sul tablet). Comunque, una volta tanto la tv aveva ragione: un tesoro.

Dalla Gardesana ci sono le indicazioni stradali e attenzione l’accesso alle valle potete facilmente mancarlo. Si può lasciare l’auto all’inizio , ma ci sono pochi posti, oppure salire per un paio di km di sterrato sino al parcheggio, da cui in una decine di minuti a piedi si arriva al museo.
Da lì si prosegue a piedi lungo l’alveo del torrente che nel corso dei secoli ha scavato un vero piccolo canyon, tra elementi di archeologia industriale, perché l’ultima delle cartiere ha cessato la sua attività negli anni Sessanta, e vegetazione lussureggiante.
La visita al museo è particolarmente consigliata, non solo per la bellezza dell’edificio che è stato integralmente recuperato grazie a fondi europei e da quanto ho capito grazie a una sponsorship delle Cartiere Burgo, che hanno uno stabilimento a bordo lago. Racconta la produzione della carta nelle sue varie fasi, con strumenti recuperati negli altri edifici dismessi o ricostruiti attraverso lo studio delle fonti, e racconta anche la storia di un territorio attraverso i suoi oggetti.
Noi siamo arrivati sino a Maina Superiore e ai tre ecomusei, una scelta decisa dalla presenza di lampioni stradali che hanno reso più facile il ritorno, necessaria quindi la frontale se non volete essere bloccati dal buio, ma è possibile scegliere uno qualsiasi degli itinerari che sono elencati in una cartina al ponte del museo. Ci sono di versi itinerari da un’ora a due e mezzo e sono percorribili in bici e mountain bike. La strada infatti ripercorre la carrabile da cui si trasportavano gli stracci per le cartiere.


Tips. Il museo è stagionale e chiudeva il 1 novembre – i volontari ci hanno detto che sarebbe impossibile tenerlo aperto in inverno per i costi di gestione. Il biglietto costa 7€. Riaprirà a Pasqua. Tutte le informazioni e gli itinerari si trovano sul sito
Pensateci, docenti che mi seguono. Quando siamo andati c’erano alcuni ragazzini con i genitori e si sono molto divertiti.