Il giorno della festa della Repubblica mi hanno portato in un giardino fiorito
Come sapete avendo un pollice non proprio verdino (ma mi sto curando), e sufficienti allergie da tenere a bada, non ho un grosso amore per i giardini, anche se da Boboli a Versailles finendo ai giardini Hambury, la mia dose di fogliame l’ho avuta – e pure da bambina pensavo e che palle.
Non è un caso quindi che pur avendo frequentato spesso la panoramica Zegna, nei giardini dell’oasi c’ero passata una volta sola. Mi ricordavo ovviamente dove si trovavano, così ho fatto tranquillamente da navigatore umano. Ovviamente c’era tutto il mondo (quello che non era andato al mare, non era deragliato nella galleria a Roma, non era in coda da qualche altra parte). Quindi il primo teorico consiglio, sarebbe di non andarci di domenica e alle feste comandate , ma si fa come si può .
Ci siamo fermati nella Conca dei rododendri, dove non c’erano i rododendri (è ancora presto), ma c’erano gli oleandri fioriti, e anche un po’ abbacchiati per via della grandinata dello scorso week end. Non è una passeggiata lunghissima, giusto un paio di km, ma abbastanza per assaporare la tranquillità della natura e pure una bella installazione a specchi.





Queste, prima di essere valorizzate dagli Zegna, sono le terre di fra Dolcino, il grande eretico: il monte Rubello, il luogo in cui fu catturato dagli uomini del vescovo di Vercelli, si raggiunge facilmente dalla bocchetta di Mergosio, un poco più avanti