Eh sì, avevo delle ferie del 2019 arretrate, perché a marzo, durante il lockdown, ho lavorato, chiudendomi letteralmente dentro l’ufficio. Quindi, complice un operaio che mi ha dato buca, lavori non fatti, e il primo caldo del natio Mandrognistan, con corollario di impending rogne, che arrivano anche loro al primo caldo, sono scappata. A Courmayeur, nel mio bene rifugio, così aiuterò non le mie finanze, ma almeno gli amici che gestiscono il delizioso hotel Dolonne ( a cui ho telefonato praticamente giusto prima di partire). Non ho nemmeno guardato le previsioni .
Domenica essendo in cerca di pace sono andata a Petosan, che mi ha fatto conoscere mia cugina Elisabetta, perché anche se vengo qui da prima che ci fosse “il buco”, ci sono sempre nuovi angoli da scoprire.
Petosan è una vasta conca prativa, un pascolo basso, dove le mucche vengono dopo la desarpa, tra La Thuile e il colle San Carlo. C’è un itinerario con le ciaspole, invernale , che si segue anche in estate, ma io ho fatto un giro ad anello del tutto casuale, trovando nel bosco un altro sterrato e finendo poi sulla provinciale da cui sono scesa al parcheggio di Petosan. Se volete degli itinerari più strutturati, che non è quello che cerco io quando vado lì, da località Le Granges come dal colle San Carlo si possono raggiungere le fortificazioni del principe Tommaso ( le guerre di successione sono passate anche di qui) e dal colle il lago d’Arpy, il colle della Croce e tanto altro
Io volevo solo i rododendri, il verde, le Jorasses che erano coperte dalle nubi