Ho trascorso tre giorni sulla luna, senza far compagnia alla Cristoforetti. Cioè, sono andata a un convegno a Torino. Scoprendo che gli universitari di adesso sono molto più fortunati di me. Hanno un campus superbello fatto di sicuro da un archistar, con i gabinetti puliti . Ripeto, puliti. Io ho passato quattro anni a Palazzo Nuovo a respirare l’Eternit e per entrare nei gabinetti ci voleva coraggio, per lo meno in quelli di filosofia. Quelli nei sotterranei di giurisprudenza erano meglio, se superavi la claustrofobia. E pure la mensa decente. E il panorama della Dora Riparia ( beh però la Mole dall’ ufficio di Michelangelo Bovero aveva un fascino particolare) che fa tanto Parigi. Il convegno grazie agli amici dell’ Istoreto che si sono fatti il mazzo è riuscito benissimo e ha detto cose molto interessanti, e anche il nostro laboratorio, quello mio e di Elisa Malvestito è riuscito benissimo, e anche noi abbiamo detto eccetera, cercando di capire nel frattempo, perché i computer del nostro laboratorio di informatica facevano cose strane. Fortunatamente anche i computer che ci sono nella mia scuola fanno sempre cose strane, ma siccome hanno duecento anni puoi pure giustificarli. Lì, un po’ meno. Poi andavo a casa e litigavo con il mio martirio. Certo che qualcuno ti copra d’insulti perché fai un lavoro che ti piace e in cui sei senza falsa modestia pure brava ti toglie un po’ del piacere di farlo. Senza contare che sono andata avanti e indietro,da Torino,a tutte le ore. E il giorno del mio compleanno, mentre i corsisti banchettavano a Torino, io comperavo il gelato ad Alessandria. Però. Ai convegni capita anche di avere delle belle conversazioni chiarificatrici, di quelle che ti fanno venire quei momenti aha, come ho fatto a non rendermene conto. Torni a casa con le idee chiare e poi litighi tutto il week end.
Ma ho avuto le montagne. Giovedì pomeriggio erano tutte lì ad aspettarmi dal Monviso al Monte Rosa. E al prossimo convegno mi fermo a dormire