Dove Alien sta non solo per alieno, ma sopratutto per alienato. Niente come i giorni di vacanza, quando questa città è vuota come un incubo bergmaniano, ti fa notare quanto il mondo che rimane si sia allontanato da se stesso e quanto tu stesso sia vicino o già caduto in questa situazione. Che si manifesta in tanti piccole cose, dal dentifricio che deve essere perfettamente simmetrico allo spazzolino, al fiocchetto che si mette al ciuffetto del cane. O peggio. Mi è capitato di iniziare l’anno andando a trovare un amico che lavora all’ex manicomio (ora reparto di igiene mentale…) e che essendo single di tanto in tanto lavora alle feste comandate (poi conosco anche persone “sane” e sposate e con ottimi lavori che preferiscono lavorare alle feste comandate per non passarle in famiglia). I tre quarti del gruppo avrebbero avuto la patente ritirata in blocco, un caro amico a momenti tagliava i pantaloni di mio marito con un fendente (avevamo portato salumi e champagne) e a me capitò di pensare che in fin dei conti ciò che ci divideva dai ricoverati che dormivano era solo una porta bloccata. ho scoperto dopo, che ciò che ci divide da via Venezia (dalle nostre parti “andare in via Venezia” vuol dire essere matto – ecco l’ho detto – perché lì appunto sta il “reparto di Igiene mentale” – che non è Psichiatria vera e propria che è nel Monoblocco dell’ospedale) è molto più labile di una porta bloccata. E con questo, buona Pasqua a tutti
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