Due donne, un cane morto e meggie: un sentiero in ogni angolo

Una delle cose più belle del camminare, oltre alla ripetizione del camminare in sè, consiste nella scoperta. Anche in un luogo come Courmayeur, che conosco veramente come le mie tasche, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Perché la montagna (ma anche il mondo intero, anche l’angolo dietro casa, come ho scoperto durante il primo lockdown con i fatidici 250 m.) non sono mai uguali a se stessi.

Non ci si bagna due volte nella stessa acqua, diceva Eraclito. Non si percorre due volte lo stesso sentiero, dico io ( con tante scuse ai classici )

In ogni caso in Val Formazza trovi veramente un sentiero ad ogni angolo di strada. Anche in strade che credi aver già percorso.

Esempio 1. Potevo portare Luisa a vedere le centrali di Portaluppi? Certo che potevo, anche perché come tutti mi ha sentito parlarne per mesi. Una cosa che capita sovente ai ricercatori che parlano sempre delle loro ricerche. Così, oltre al resto, le centrali elettriche artistiche hanno un nuovo adepto.

Come si vede, ho portato l’allegra compagnia alla centrale di Crevola Toce. Siccome però nel corso della prima visita mi servivano foto da un’angolazione particolare non mi ero preoccupata di fare, come dire, il giro dell’edificio, mi sono persa delle opere sotterranee affascinanti abbastanza da poterci girare un film di Dario Argento prima maniera, una deliziosa piccola frazione ( Solaro) con case del settecento ristrutturate – ce lo ha raccontato un abitante del posto- e un sentiero che arrivava sino a Oira mantenendo a destra il corso del fiume. È sempre parte del cammino del Gries, e non è lungo ( fattibile anche con cane).

Esempio 2. Sempre nei miei giri primaverili mi ero fermata a Piedilago in un giorno non bellissimo e avevo fatto un giro lungo il lago artificiale e la diga. Ci siamo tornate , sempre in un momento non bellissimo, e anziché girare a destra, siamo andate dritte in frazione Cristo, dove abbiamo scoperto una torre di avvistamento del Seicento, in buone condizioni, e una cappella votiva che ricordava una valanga accaduta…nel giorno del mio compleanno.

Poi abbiamo proseguito verso l’alpe Albaro prima su un sentiero e poi su una sterrata , che è parte dell’itinerario per l’Alpe Colla, che è molto più lungo ( circa due ore e mezzo). Siamo scesi dalla sterrata che arriva sino alla Toce, e poi abbiamo fatto anche l’altro giro.

Insomma infinite possibilità.

Informazioni su alpslover

camminatrice e scrittrice, insegnante e madre - di - gatto, moglie scoordinata e ricercatrice, vive nel profondo nord.
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