Giovedì, per varie ragioni, avevo la mia ora d’aria, anziché come di consueto nel week – end. E così, dovendo scegliere e con tempo, se non incerto, strano, mercoledì sera mi sono fatta un giro di previsioni meteo sulle Alpi Occidentali per vedere quale fosse la destinazione migliore tra Chamonix, la Valle d’Aosta in generale, la Val Cénis. Su Chamonix dava pioggia certa, sulla Val d’Aosta così così, sulla Val Cénis dava nuvoloso la mattina con ampie schiarite nel pomeriggio.
Secondo voi cosa ho scelto?
D’accordo, io adoro la Val Cenis, che ho scoperto anni fa per caso su Alp (vedi)
Da allora la frequento regolarmente, anche perché al lago del Moncenisio ci sono così tante marmotte che bisogna stare attenti a non investirle sulla strada, e io adoro le marmotte. Pensavo, se il tempo si manteneva stabile, di salire al Fort de la Turra, l’unico che ancora mi manca delle fortificazioni che si affacciano sul lago.
In bassa val di Susa, verso le quattordici, era nuvoloso, ma il sole faceva capolino in mezzo alla foschia.
Alla diga del Moncenisio, le marmotte dormivano, le nuvole erano così basse che scivolavano sulla carrozzabile per il colle del Piccolo Moncenisio, e piovicchiava. Addio, Fort de la Turra. Fine stagione. Tra un restringimento di carreggiata e l’altro, a Lanslebourg pioveva decisamente e la Dent Parrachée nemmeno pareva esistere. In bassa stagione il villaggio sembrava deserto: solo gli addetti alla manutenzione delle piste da sci stavano lavorando e c’erano cartelli di attenzione dappertutto. Ho preso le Chemin du Petit Bonheur, il sentiero balcone che percorre la tutta valle e che sto percorrendo pezzo a pezzo e ho camminato un’oretta e mezzo nella foresta, verso Termignon. Ho incontrato un bel po’ di fuoristrada della manutenzione piste che scorrazzavano su quello sterrato come se fossero stati ad Indianapolis (ma c’erano i cartelli di attenzione…) e un gruppo di scolari di prima media, direi, che facevano lezione sul campo con l’insegnante di scienze.
Il tempo si è mantenuto, se non proprio schifoso, di certo neanche bello, ed era proprio autunno, il vero autunno dei morti, quello che lo strano tempo un po’ caldo un po’ freddo che c’è qui ci nasconde – peccato che ci faccia ammalare alla grande.
Meteo France ha toppato come un qualunque Giuliacci; la prossima settimana, come quasi sempre, chiuderanno la statale 25 (per dire, ai tempi di Napoleone la strada era sempre aperta, ma lui non andava a sciare) e tanti saluti.