Quest’anno niente Masio: abbiamo deciso di fare un giro in val Borbera. E certo la val Borbera di tutti i posti è l’ideale per una full immertion nella storia della Resistenza locale. Dal ponte alle “strette” di Pertuso, dove una lapide ricorda la battaglia del 1944, alla stele dedicatoria della Pinan Cichero, poco più in là, al monumento al partigiano già sovietico Fëdor Poletaev, al Museo “Lazagna ” di Rocchetta Ligure, nel ben restaurato palazzo Spinola (gli Spinola in Val Borbera sono un po’ ovunque)
Se poi dopo Rocchetta e Sisola si tira diritto, si scollina in val Vobbia, uno dei luoghi in provincia in cui la wilderness non è stata minimamente sfiorata dalla presenza umana. Solo qualche casa, isolata, di contemporanea bruttezza, rivela la presenza dell’uomo (in generale , le architetture liguri sono le più presenti, affiancate da case in pietra che hanno già caratteristiche quasi alpine. Come si possa costruire, in un luogo che è bello già a partire dai capannoni industriali di Vignole Borbera, delle villette da geometra brianzolo degli anni sessanta, con tutto il rispetto per i geometri, supera la mia capacità di comprensione)

A Vobbia, girando per Isola del Cantone, ci si imbatte nel castello della Pietra, menzionato nei documenti già a partire dal 1200, ma probabilmente antecedente, risalente all’epoca dei saraceni – qui sono arrivati sino alla piana Mandrognistana. Il castello è visitabile, dopo un lungo lavoro di restauro (la domenica e i giorni festivi, altre informazioni http://www.parcoantola.it/index.php, anche per gli itinerari escursionistici). Per salire al castello occorre lasciare l’auto a circa cinquecento metri dai cancelli, e poi inerpicarsi su uno scomodissimo sentiero a gradini – io, o meglio dire le mie ginocchia cominciano a patire un po’ i sentieri gradinati, specie se i gradini sono alti, e io ho le gambette corte.) Comunque, sono 150 metri di dislivello e anche con le ginocchia malandate li ho fatti in venti minuti (la mia amica Irene li avrebbe fatti in molto meno tempo, ma è stata cortese con le persone anziane). L’ultimo tratto è una passerella metallica sospesa sul nulla . Lo dico perché conosco persone che su quelle non salgono nemmeno morte, anche se stanno appese a un dito a pareti scivolosissime. Il castello, che è perfettamente incastrato nel conglomerato che costituisce la roccia del luogo, consta di un torrione vuoto, che è una stanza -trappola, dato che chi aveva la ventura di arrivar sin lì non aveva poi modo di salire, dato che al castello vero e proprio si accedeva attraverso una scala a pioli. In ogni caso, altre scalette metalliche consentono la visita agli ambienti superiori e ai camminamenti. La vista è mozzafiato.
Ultimo consiglio, per il week end, di questo lungo 25 aprile, ed è un consiglio “istituzionale”, in un certo senso, perchè nel comitato scientifico ci siamo noi dell’Isral e i colleghi genovesi dell’Ilsrec. Sul crinale dell’alta val Borberà si terrà una rievocazione storica delle missioni alleate che sfruttavano il vasto altopiano dell’Antola per i lanci di materiale e per paracadutare i gruppi di OSS da affiancare ai partigiani. Ci saranno figuranti in divisa, e persino un aereo d’epoca (e anche il mio Presidente, Mariano Santaniello, alla celebrazione ricordo della Missione Pedee). Considerato che la rievocazione storica sarà assolutamente accurata, si tratta di sicuro di una proposta originale, che abbina storia , turismo, escursionismo, e anche gastronomia
