La domenica è di per sè una giornata strana. Per chi è solo , non sempre è possibile far finta che tutto vada bene, e talvolta non c’è nemmeno la possibilità di andare in montagna a ritemprarsi. Cosìmi sono,svegliata presto. O meglio, mi hanno svegliato le festose campane del Duomo, ho fatto colazione, ho stirato, che è di solito la mia attività domenicale d’elezione, ho nutrito i gatti, e poi mi è venuto sonno, di nuovo. In realtà, che male c’è…Volevo andare a Cherasco alla fiera del libro antico, ma per vari motivi non voleva /poteva venire nessuno. In realtà avevo pensato di partire per tempo ecc. ecc.e al cugino piacione era presa la pigrizia, un altro aveva già un impegno, o il finissage di una mostra, cui ero stata invitata, eccetera. A Cherasco c’era comunque il nostro buon amico Luciano, con la sua compagna, quindi non andavo a vuoto .In tutto questo, mi sono svegliata alle due e mezza passate. Pranzare, non ne avevo voglia, così mi sono preparata un toast integrale, ho fatto la doccia anziché il bagno e alle tre e mezza passate, nella vampa di calore, sono partita. Non è chissà quale viaggio, alla fine in un’oretta scali il cocuzzolo su cui è costruita la rocca teatro di battaglie e armistizi napoleonici. Alle quattro e mezza in giro c’era pochissima gennte, e le bancarelle già stavano sbaraccando, mentre al mercato del Mandrognistan, intravisto nell’andare , c’era il mondo. In più, la temperatura era accettabile e il vento secco attutiva la vampa. Avevo fatto innumerevoli rotonde (dopo Alba ce n’è una ogni dieci minuti), scalato i tornanti, lasciato l’auto nel primo buco. Luciano era lì in centro e io più che guardare le bancarelle ho curiosato nei negozi di antiquariato, fotografato la chiesa romanica di San Pietro, la torre civica, l’arco di trionfo – poteva mancare? . Sant’Agostino, vari palazzi secenteschi con la classica facciata di mattoni a vista. E tutto il verde intorno, molto più verde della nostra disastrata pianura. Il cugino piacione poi telefonò per dire che gli sarebbe piaciuto venire, io stavo già tornando pensando che la prossima fiera è il dieci settembre, poi il 15 ottobre (carta e collezionismo), poi ancora artigianato e prodotti tipici a dicembre. Gastronomicamente si mangiano le lumache, lì non pronuncio giudizi. Se il Monferrato è Patrimonio dell’Unesco, c’è una ragione.
Cherasco inquietante, dunque. Era tutto così, il deserto. A sinistra nella foto, la torre civica.
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